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Il futuro torbido degli italiani: per le associazioni dei consumatori sarà un anno difficilissimo da superare

L’associazione dei consumatori dichiara che:«un’inflazione al 3% e’ sconcertante, considerato che avviene in un anno, il 2012, in cui i consumi hanno avuto un crollo record che non si registrava dai tempi della seconda guerra mondiale. Una famiglia di quattro persone nel 2012 ha speso, in termini di aumento del costo della vita, 1.546 euro in piu’ rispetto al 2011. Per una famiglia di due persone la spesa aggiuntiva e’ di 1.275 euro, 924 euro, invece, per i single». In testa agli aumenti la voce “Abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili” (767 euro per una famiglia di tre persone), seguita al secondo posto dalla voce Trasporti (331 euro per tre persone) e, al terzo posto, la voce alimentari con 153 euro in piu’ per tre componenti. Per il Codacons questi dati dimostrano:«che l’inflazione deve diventare la priorita’ del prossimo Governo che deve scongiurare l’aumento dell’Iva di luglio e intervenire con massicce liberalizzazioni per calmierare i prezzi, ad esempio liberalizzando i saldi, le vendite sottocosto, consentendo le vendite di tutti i farmaci nei supermercati». 

Il 62 per cento degli italiani vanno a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati piu’ che in passato; circa la meta’ dei consumatori (49 per cento) fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi piu’ convenienti. A cambiare – conclude la Coldiretti – e’ stato anche il menu degli italiani che hanno portato in tavola in quantita’ piu’ pasta e gnocchi (+1,1 per cento) o uova (+0,4 per cento) e meno pesce fresco (-3,4 per cento), vino (-3 per cento), frutta (-1,9 per cento) e carne (-0,4 per cento), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea-Gfk-Eurisko relativi ai primi nove mesi del 2012. 

Per affrontare le spese obbligate (carburanti, utenze, mutui, affitti, Imu) gli italiani hanno dovuto necessariamente “tagliare” sulla tavola: sei famiglie su dieci hanno modificato gli acquisti dei prodotti alimentari e circa il 50% ha ridotto decisamente la spesa -sottolinea la Cia-. Il 34 per cento (7,4 milioni) ha optato per prodotti “low-cost” o di qualita’ inferiore e il 28 per cento ha ammesso di rivolgersi ormai quasi esclusivamente ai discount. Senza contare che nel giro di un anno e’ addirittura raddoppiata (dal 6,7 al 12,3%) la quota degli italiani che hanno dichiarato di non potersi piu’ permettere di mangiare carne o pesce ogni due giorni. Le famiglie sono allo stremo e la prossima legislatura -conclude la Cia- dovra’ prendere subito provvedimenti per aiutare le famiglie, ad esempio riducendo gli oneri fiscali, e rilanciare i consumi interni. Altrimenti l’Italia non uscira’ mai dal tunnel della crisi. 

TARES E REDDITOMETRO: COLPO DEFINITIVO PER LE FAMIGLIE

Con l’arrivo della Tares e dell’entrata in vigore del redditometro:«nel 2013 la contrazione dei consumi potrebbe non solo non arrestarsi, ma registrare un’imprevista accelerazione». Lo afferma in una nota l’Ufficio Economico di Confesercenti secondo cui, “al di la’ del raffronto statistico con il 2012, il protrarsi della crisi e l’accentuarsi della tendenza al risparmio potrebbe comprimere ulteriormente la dinamica dei consumi”.Il calo potrebbe accentuarsi “anche per via dell’arrivo di alcune importanti novita’ sul fronte fiscale. Innanzitutto la Tares, che prevede aumenti importanti del costo dei servizi pubblici locali soprattutto per gli esercizi, e il probabile aumento delle addizionali. Senza considerare il redditometro, strumento la cui introduzione potrebbe frustrare ancora di piu’ le intenzioni di consumo dei cittadini italiani”. Per l’anno 2012 si conferma un’inflazione media del 3%, a fronte del 2,8% registrato nel 2011. Nel corso dell’anno, pero’, si e’ assistito a un ridimensionamento della crescita dell’indice generale dei prezzi, che dal 3,3% rilevato nei primi mesi dell’anno e’ sceso al 2,4% di dicembre”. Cosi’, in una nota, l’Ufficio Economico Confesercenti analizza il dato definitivo sull’inflazione del 2012 diffuso oggi dall’Istat.Solo alcuni componenti del paniere hanno continuano a viaggiare a ritmi di crescita particolarmente sostenuti”. Il dato dell’inflazione, afferma ancora “e’ dovuto ai carburanti”, mentre “il ridimensionamento dell’indice dei prezzi e’ spiegato da diversi fattori. Tra questi, la forte contrazione dei consumi, la cui caduta e’ stata d’intensita’ maggiore rispetto a quella del Pil: se tra il 2007 e il 2011, infatti, le famiglie hanno ridotto la propensione al risparmio per mantenere determinati livelli di consumo, nel 2012 si sono trovate di fronte a una crisi di natura non congiunturale ma strutturale, che le ha spinte a tagliare le spese”. Sull’andamento dell’indice generale dei prezzi, conclude Confesercenti, “ha agito anche l’effetto downgrading: le famiglie cercano riparo dalla caduta dei redditi puntando su promozioni, offerte e cambiamenti del mix di beni, riposizionando il proprio paniere di consumi sulle fasce di prezzo piu’ basse”. 

UNA PARTICOLARE RICERCA DIMOSTRA CHE…

Quando si fa la spesa e si e’ di fronte a uno scaffale di prodotti si e’ piu’ attratti da quelli disposti orizzontalmente al centro. Lo ha scoperto uno studio della britannica Aston University pubblicato sul ‘Journal of Consumer Research’, secondo cui la scelta viene fatta inconsciamente dal consumatore. Il fenomeno, conosciuto come ‘centralita’ orizzontale’, e’ stato investigato con dei dispositivi in grado di seguire i movimenti degli occhi, che hanno dimostrato che chi fa acquisti ha la tendenza ad aumentare l’attenzione sulle opzioni centrali sullo scaffale nei cinque secondi prima della scelta. Questo determina poi l’acquisto che viene fatto. Spiegano gli autori: “La marca al centro rispetto alle altre e’ stata scelta piu’ volte, anche quando non si trovava al centro del campo visivo. I consumatori potrebbero fare scelte piu’ consapevoli se conoscessero questo fenomeno”. Il 2012 e’ l’anno dei record negativi: il carrello della spesa delle famiglie e il tasso medio d’inflazione hanno toccato i valori piu’ alti dal 2008, attestandosi rispettivamente al 4,3 per cento e al 3 per cento. Numeri che per gli italiani si sono tradotti in una stangata senza precedenti, con due famiglie su tre costrette a tagli enormi alla spesa per arrivare a fine mese e consumi pro capite tornati ai livelli piu’ bassi dal dopoguerra. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati dell’Istat. I prodotti alimentari – spiega la Cia – si sono fermati al +2,5 per cento, mantenendosi al di sotto del tasso medio annuo dell’inflazione e contenendo per quanto possibile l’aumento generale dei prezzi. 

 

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