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Sono passati 74 anni da quando fu lanciata la bomba su Hiroshima che bruciò 80 mila persone.

Furono le condizioni metereologiche avverse a far deviare su Hiroshima l’areoplano statunitense Enola Gay. Infatti, il bombardiere americano avrebbe dovuto raggiungere Kokura per sganciare quella sessantina di chilogrammi di uranio 235 contenuti nell’ordigno nucleare. Passarono tre giorni, e il 9 agosto fu sganciata un’altra bomba nucleare su Nagasaki: una dose di sei chili e mezzo di plutonio 239.

Gli americani, comunque, con con lo sgancio di quei giorni esaurirono le bombe atomiche. Una terza bomba era già stata sganciata come bomba test il 16 luglio nel deserto di Alamogordo.

Gli americani la chiamarono in codice “Little Boy” la bomba che Enola Gay sganciò su Hiroshima quel lunedì mattina. Un nome gentile per un’ordigno che conteneva 64,3 chilogrammi di uranio arricchito all’80 per cento e che nell’esplosione ha liberato un’energia compresa tra i 12,5 e i 20 chilotoni.

Albert Einstein nel 1939 chiese che venisse dato il via alla costruzione della bomba atomica. Lo scienziato tedesco si era rifugiato a State Island, nello stato di New York, per sfuggire alle leggi razziali. Scrisse al presidente degli Stati Uniti Roosvelt chiedendo di creare la bomba per difendersi contro la follia di Adolf Hitler. In quei tempi, infatti, Hitler aveva invaso le miniere di uranio della Cecoslovacchia, e aveva messo al lavoro i suoi fisici migliori per arrivare a costruire l’ordigno nucleare.

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