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La Regione Piemonte, in passato, ha autorizzato la presenza di tre siti nucleari. Oggi si pensa a costruire un deposito temporaneo mentre, a breve, se ne dovrebbe realizzare uno a livello nazionale. Perché questo sperpero di denaro pubblico?

Per questo motivo Mirko Busto del Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare per capirci qualcosa. “Siamo condannati a un’Italia di cemento inutile e spazzatura nucleare?” chiede il parlamentare. Nel Comune vercellese c’è il 75% delle scorie d’Italia. 

L’Arpa Piemonte riferisce che nei tre siti nucleari “hanno sede quattro impianti rappresentativi di tutto il ciclo del combustibile nucleare: impianto ex FN-SO.G.I.N. di Bosco Marengo, impianto EUREX-SO.G.I.N. di Saluggia, Deposito Avogadro di Saluggia e Centrale Nucleare “E. Fermi”-SO.G.I.N. di Trino”. Presso il sito di Saluggia, inoltre, ha sede il complesso industriale Sorin presso il quale sono state svolte in passato attività di produzione di radiofarmaci, di ricerca in campo nucleare e di raccolta di rifiuti radioattivi. In seguito al referendum del 1987 sul nucleare “gli impianti FN di Bosco Marengo, EUREX di Saluggia e la Centrale Nucleare “E. Fermi” di Trino hanno cessato le loro attività produttive. Tra il 1999 e il 2005 le rispettive licenze di esercizio sono state trasferite a SO.G.I.N., società deputata a gestirne la disattivazione”. 

Il Deposito di Avogadro appartiene al gruppo Fiat e ad oggi gestisce l’attività di stoccaggio del combustibile nucleare. Sempre secondo l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale “pur avendo cessato la produzione, presso gli impianti sono inatto attività legate alla loro gestione in sicurezza ed alle prime operazioni di decommissioning o propedeutiche ad esso. Queste attività possono produrre un impatto ambientale di tipo radiologico che, seppure non comparabile con quello relativo alla fase di esercizio, non può essere trascurato.”

Il deposito D3 dovrebbe servire ad ospitare scorie cementificate ad alta intensità. “Tali rifiuti – chiarisce Busto – dovranno essere obbligatoriamente custoditi, appena sarà pronto, nel Deposito nazionale, il cui sito è in fase d’individuazione e che siamo quasi certi non sarà più quello saluggese a causa dell’evidente rischio idrogeologico”. Tutto bene se non fosse che il deposito D3 sarà completato nel 2019, quindi, pochi anni prima dell’avvio d’attività previsto per lo stesso Deposito nazionale nel 2024.

Dunque a cosa serve un deposito transitorio (attivo appunto soltanto pochi anni) se non per sprecare altro denaro pubblico?

La questione è molto delicata e arriva dopo che il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha accolto la richiesta di commissariamento della Giuseppe Maltauro spa, la mandante del raggruppamento temporaneo di imprese che si occupa della costruzione dell’impianto Cemex a Saluggia. Il prefetto è intervenuto dopo una richiesta del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.

ZdO 

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