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Torna all’attacco il presidente emerito della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e lo fa in una rovente estate fatta di inchieste, scandali veri e presunti.

All’indomani del rinvio a giudizio di alcuni appartenenti a una presunta organizzazione di quattro persone con il fine di estorcere soldi alla senatrice aquilana, Stefania Pezzopane e al governatore emerito della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, si aggiungono nuove scottanti rivelazioni sulla vicenda.

Secondo quanto riporta il Centro, Chiodi chiese all’epoca di incontrare due investigatori all’interno del palazzo regionale per metterli al corrente di un presunto danneggiamento perpetrato nei suoi confronti. Dietro questa operazione ci sarebbero stati dei presunti mandanti che avrebbero voluto far uscire un docu-film dal titolo “Una camera per due” e che avrebbe raccontato dell’incontro romano tra lo stesso Chiodi e Letizia Marinelli. A contattare Chiodi sarebbe stato Raimondo Onesta che gli avrebbe riferito che a raccontare la vicenda cinematografica sarebbero stati Gianfranco Marrocchi e Giovanni Volpe. E qui, ora, arriva il punto più importante. Secondo l’ex governatore i mandanti dell’azione diffamatoria sarebbero stati Luciano D’Alfonso, Daniele Toto e il proprietario della casa di cura privata Pierangeli. E Chiodi rivela anche il presunto movente:“Mi attaccano perché ho tagliato i soldi alle cliniche private”.

Per Chiodi, quindi, fu un periodo difficile in cui venne alterata la campagna elettorale. “M’informavano ogni giorno che che sarebbero dovute uscire chissà quali notizie” ma alla fine “sono andato io a denunciare tutto alla Digos” precisa Chiodi.

Parrebbe, comunque, che la Venus Entertainment, di proprietà del manager di Simone Coccia Colaiuta, fidanzato della Pezzopane, curasse il casting per le riprese del film documentario.

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