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La nascita del Signore è coincisa, almeno in Abruzzo, con uno spettacolo politico da prima serata a reti unificate.  

I protagonisti, manco a dirlo, i politici della regione verde d’Europa. L’occasione per passare la notte di Natale vicini vicini per mandarsi amorevolmente a quel paese è stata la votazione per la Legge di stabilità 2015 e la legge di Bilancio di previsione pluriennale 2015-2017. Tutti contro un unico nemico: Luciano D’Alfonso. Tutti contro il Messìa che, nonostante sia venuto in terra per riportare pace e serenità tra gli uomini e ricongiungere acque dolci e salate, alla fine ha dovuto cedere e minacciare il ricorso ad armi di distruzione di massa, ovvero ai tribunali.

‘Big da Manoppello’ ha tuonato:”Poiché ho tanti avvocati, tutti contenti di difendermi anche a gratis, farò valere le mie ragioni” perché “non è più possibile che il dibattito politico si nutra di odio che ridice la dignità della persona”. Inoltre, avverte, di non avere “più millimetri da donare di pazienza”.  

 

IL VIDEO DELLO SCONTRO

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La questione, quindi, è seria. Molto seria. Chi ha fatto infervorare il presidente tanto da farlo entrare nei panni del ‘manettaro’ tardo ‘Fattaccio quotidiano’? Una delle responsabili parrebbe proprio Sara Marcozzi che D’Alfonso indica come persona che avrebbe contribuito a gettare “nel dibattito politico anche mia moglie”. D’Alfonso affonda la lama e tira in ballo un giornalista, Marco Manzo di Abruzzoindependent, il quale sarebbe stato avvicinato da alcuni attivisti dei 5 Stelle e altri del centro destra per convincerlo a offrire “servigi” che il giornalista si sarebbe rifiutato di eseguire e che, a questo punto, è facile intuire riguardassero la moglie del presidente D’Alfonso.

Cosa, di così tanto grave, si sarebbe detto alle spalle di D’Alfonso per cercare di colpirlo sul punto di vista affettivo per poi abbatterlo politicamente? Cosa c’è dietro la vicenda visto che D’Alfonso ha ‘occupato’ il consiglio regionale per puntualizzare questo fatto che sarebbe avvenuto ai suoi danni? 

Eppure la Marcozzi durante il suo intervento non sembra aver fatto riferimenti a quanto raccontato dal presidente. Ha fatto semplice ironia (almeno c’ha provato) su Ufo e carte da poker. Ma nessuno si è cappottato dalle risate. “Siamo in periodo di Natale – ha tuonato la consigliera a 5 Stelle – , periodo di festa e di giochi, e questa finanziaria per voi è stato un gioco. Una finanziaria di cui mancano i presupposti anche per parlarne al bar”. Quindi ‘l’affondo’:”La trasparenza e la partecipazione è ciò che lei ha promesso e sbandierato in campagna elettorale quando si trattava di rastrellare voti”. Quindi la battutona finale:”ci vuole veramente una faccia da poker per giocare al suo gioco”. Ironizza Marcozzi anche sulla questione dell’energia e delle “micro interruzioni” nella Val di Sangro e chiede di conoscere il “piano energetico della Regione” e, quindi, da “dove evince l’assenza di energia elettrica che dichiara”.    

Puntuale la risposta di Camillo D’Alessandro, sottosegretario alla Presidenza, “meglio avere una faccia da poker che altre facce” e parla di “vuoto pneumatico di una forza politica che sa solo abbaiare”. Quindi la risposta sull’energia:“lei in Val di Sangro non c’è mai andata e non sa cosa significa le micro interruzioni perché non conosce nemmeno dov’è quel territorio”. 

Nulla, quindi, che potesse far pensare ad una così pesante risposta da parte di D’Alfonso. Parla di trame il presidente, consumate nei suoi confronti anche durante il periodo in cui era sindaco di Pescara:”chi non riuscì a sconfiggermi politicamente cominciò a mettere in giro parole fuori e dentro dal Comune”. D’Alfonso ha parlato di confidenti delle procure:”Mai avrei immaginato che quelle parole dette in sede politica avrebbero potuto parole in sede giudiziaria”.

Insomma, D’Alfonso ha disegnato uno scenario preoccupante fatto di personaggi politici e non che opererebbero ai suoi danni per buttarla in caciara. E sarebbero pronti a tutto: anche entrando a gamba tesa nella sua vita provata.

Lorenzo Sospiri rispondendo a D’Alfonso ha contestato solo un punto:”il Consiglio regionale non è una cloaca come da lei definito”. Non lo sarà ma i cittadini sarebbero interessati a sapere se nei confronti di persone democraticamente elette esistono ‘terre di mezzo’.

Nell’attesa di scoprire di cosa si stratta auguriamo a tutti un buon anno.

Antonio Del Furbo 

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