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Ci sono documenti e contratti con cui l’azienda Di Zio risponde alle pesanti accuse del consigliere al Comune di Chieti, Alessandro Giardinelli.

 

Il consigliere comunale di Scelta Civica, nei giorni scorsi, aveva tuonato contro il sindaco di Chieti Umberto Di Primio per aver agevolato, secondo lui, in un tavolo tecnico con la Regione, la Deco SpA della famiglia Di Zio.

“La Deco spa, con l’accordo dell’Amministrazione del sindaco Umberto Di Primio, potrebbe ottenere l’agibilità della discarica ‘Casoni’ dal Comune con un risparmio di circa 700.000 euro ed in più l’ampliamento del 20% della superficie coperta consentita e della relativa volumetria” dichiarava Giardinelli. Verrebbe da chiedere: e quindi? A Giardinelli dispiace che un’azienda privata, per di più Società per Azioni, possa tener d’occhio l’economia interna e, quindi, risparmiare un bel po’ di soldi per mantenersi sul mercato? Pare proprio di sì.

L’agibilità della discarica ‘Casoni’ – dichiara sempre l’esponente di ‘Scelta Civica’ –  era condizionata alla realizzazione, a carico della Deco spa, di un collegamento viario, dotato di completa autonomia viaria, tra l’Impianto di trattamento dei rifiuti e l’asse attrezzato, al fine di superare i fattori di criticità connessi alla situazione viabilistica esistente; per tale strada di collegamento la Deco spa valutò una spesa di circa 1.000.000,00 di euro”. 

Peccato per Giardinelli ma la Deco, nel 2008, impugnò tale vincolo presso il Tar di Pescara, prima, e al Consiglio di Stato poi. Peccato, sempre per Giardinelli, che l’udienza non è ancora stata fissata. Che bisognava fare quindi? Stare fermi forse. Invece il buon Di Primio, sindaco di Chieti, ha pensato di istituire un tavolo tecnico con Deco spa, la Regione Abruzzo, il Comune di Chieti V settore Lavori Pubblici, VI settore Urbanistica e VII settore Ambiente. Alla fine dell’incontro le parti si accordarono. La Deco ottenne il certificato di agibilità all’approvazione di una Variante Specifica al Piano Regolatore in cambio della somma di 300 mila euro ed alla rinuncia del ricorso al Consiglio di Stato. La variante prevede anche l’ampliamento del 20% della superficie coperta assentita e della relativa volumetria”.

“La società Deco S.p.A. precisa – in una nota – di aver chiesto da circa 4 anni il certificato di agibilità dell’impianto di trattamento rifiuti, a valle della realizzazione e delle operazioni di collaudo dello stesso, cosa che non ha nulla a che vedere con l’adiacente discarica di rifiuti. L’agibilità – precisa l’azienda – non fu rilasciata dall’Amministrazione Comunale in quanto il Piano dei Servizi, approvato dopo rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto, subordinava il rilascio della stessa alla realizzazione di un tratto di viabilità dedicato, senza neanche specificare chi avrebbe dovuto realizzarlo: ‘La realizzazione di tale asse viario è prevista – come si legge nella scheda n. 32 del Piano Servizi – integralmente a carico del soggetto proponente ove non vi provvedano soggetti competenti in materia di rifiuti (Regione, ATO, ecc.)’.

Si precisa altresì che la realizzazione di impianti di gestione rifiuti è autorizzata dall’Ente competente (Regione Abruzzo), con dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori e la relativa autorizzazione costituisce variante allo strumento urbanistico: ciò dimostra che il titolare dell’autorizzazione (Deco SpA) non era tenuto alla realizzazione del tratto viario ma che, al contrario, l’Amministrazione Comunale doveva adeguare il proprio strumento urbanistico.

Inoltre, ci si è subito resi conto che il tratto viario indicato nel Piano dei Servizi presentava criticità di difficile soluzione, poiché avrebbe attraversato aree già urbanizzate con evidenti interferenze con manufatti esistenti, ed avrebbe avuto una pendenza eccessiva e non compatibile con il traffico pesante, il tutto per un costo stimato estremamente oneroso (circa un milione di euro).

Nonostante Deco abbia prodotto tutta la necessaria documentazione per l’agibilità dello stabilimento e tale condizione risultasse ormai già consolidata nei termini di legge, l’Azienda si è resa comunque disponibile ad un tavolo tecnico convocato dall’Amministrazione comunale, per dirimere la questione oggetto di contenzioso, che avrebbe potuto condurre all’invalidazione del Piano dei Servizi.

Alla luce delle numerose riunioni tenutesi presso la Sede comunale, nel suddetto tavolo tecnico, si è addivenuti ad una transazione, pubblicata nei termini di legge e non osservata, con la quale è stato concordato che l’Amministrazione avrebbe adeguato, come dovuto, il proprio strumento urbanistico e Deco SpA avrebbe rinunciato all’appello pendente dinanzi al Consiglio di Stato ed avrebbe versato, in via transattiva la somma di euro 300.000, occorrenti a rendere completamente funzionale un tracciato alternativo tra l’impianto e l’asse attrezzato, individuato nell’ambito dello stesso tavolo tecnico.

Quanto sostenuto dal Giardinelli non trova alcun fondamento, poiché Deco SpA non sarebbe stata mai disposta ad affrontare una spesa, non dovuta, di circa un milione di Euro, tenendo anche conto degli oneri che la stessa Azienda, a titolo di ristoro economico, riconosce annualmente alla stessa Amministrazione comunale (circa 1.200.000 €/anno).

Né hanno senso le valutazioni del consigliere nei confronti del paventato inquinamento generato dai mezzi di trasporto. Infatti, il traffico imputabile all’impianto Deco corrisponderebbe solamente a circa l’1,3% del totale del traffico della zona, secondo un dettagliato studio trasportistico richiesto dallo stesso Comune, che identifica il tratto viario alternativo come assolutamente preferibile a quello individuato nel Piano dei Servizi.

Dunque, ci si chiede se l’attacco del consigliere, oltre ad ingenerare nel lettore confusioni tecniche ed allarmismi su traffico ed inquinamento, sembrerebbe funzionale alla prossima campagna elettorale….”

ZdO

 

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