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Il modello-tronista nonché fidanzato della senatrice Stefania Pezzopane che aspira a fare l’attore, ha conquistato la poltrona della scuderia santoriana. Anche lui, come i ‘giuovani colleghi‘ presenti, l’ha buttata in caciara in pieno stile ‘Uomini & Donne’.

Attori e attrici della noiosissima serata fatta di urla isteriche, hanno cercato di ridicolizzare il ‘tronista’ della serata che non era né un giovane attore ‘tartarugato’ e tatuato né una tettona rifatta fino al cervello, bensì il segretario della Fiom Maurizio Landini.

La ‘chicchissima’ Innocenzi, che ha benedetto il dito medio delle Femen al Papa e redarguito stizzita chi ha osato criticare il gesto delle femministe, ha parlato di “dibattito serrato e incalzante tra 20 giovani di estrazione sociale diversa”. Un po’ come i pomeriggi soporiferi della De Filippi su Canale 5.

Comunque tra i ‘non vecchi’ c’era anche lui, il Coccia Colaiuta che è riuscito a parlare per non oltre 2 minuti all’interno della trasmissione che è durata quasi tre ore. Una volta preso il microfono, rivoltosi verso Landini, ha tuonato:”Gli imprenditori danno posti di lavoro, lei cosa sta dando alla gente? I sindacati cosa stanno facendo negli ultimi anni?”. Poi, sicuro come un toro in un’arena, attacca:”è la politica che sbaglia”. 

Dunque, i disastri dell’Italia sono attribuibili a questi rossi sindacati che, nel bene e nel male, hanno difeso operai e contadini da quelli che una volta erano i ‘padroni’. Lo stesso sindacato, fatto di uomini e donne, che agli inizi della struttura capitalistica, formata da borghesia e proletariato, difendevano gli interessi di questi ultimi. 

Interessi che erano legati alla sopravvivenza e al rispetto umano di quel popolo saggiamente raccontato in Fontamara da Ignazio Silone e che il fidanzato della senatrice più famosa d’Italia dovrebbe conoscere.

Forse i ‘giuovani’ che ieri sera hanno affiancato Colaiuta in ‘Uomini & donne di Announo’ non sanno che Landini ha iniziato a lavorare a 15 anni come apprendista saldatore.

Eravamo un gruppo di ragazzi giovani, lavoravamo in una cooperativa di Reggio Emilia – spiega Landini – . Dovevamo lavorare all’aperto, faceva freddo d’inverno e c’era un disagio. Non è che volessimo lavorare meno, volevamo vedere riconosciuto questo disagio e abbiamo chiesto alla cooperativa di affrontare questo problema. Era una cooperativa rossa, eravamo tutti iscritti al Partito Comunista e i dirigenti ci dissero che sì, avevamo ragione, però dovevamo tenere conto che la cooperativa aveva dei problemi e che dovevamo fare degli sforzi. Io ero giovane e d’istinto mi venne di interromperlo e di dirgli: ‘Guarda, tu sei un dirigente, e io in tasca ho la tessera del partito che hai anche tu. Però ho freddo lo stesso’. Lì ho capito una cosa: il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora e non deve guardare in faccia nessuno.

Queste storie o le vivi oppure qualcuno te le racconta. Nel caso dei ‘rivoluzionari’ sponsorizzati da Santoro & C. non c’è nessuna voglia di capire ma solo di arrivare, ma non si sa dove.

Difficile comprendere le vittorie di un sindacato al caldo degli studi televisivi. Comunque Colaiuta non disperi: anche lui ha ottenuto un contratto grazie al sindacato.

Antonio Del Furbo

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