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Cinque le persone arrestate dai Nas nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Brescia su un’organizzazione che avrebbe provato a somministrare, dietro pagamento di ingenti somme di denaro, una asserita “terapia innovativa” per la cura di gravi patologie neurodegenerative, come la Sla. 

Tra i membri della presunta organizzazione anche il numero due di Stamina, Marino Andolina. Il medico avrebbe continuato a somministrare infusioni proibite nonostante a Torino stesse patteggiando per un processo in cui era coinvolto per lo stesso motivo: “somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica”.  

Per gli inquirenti bresciani, Andolina sarebbe ricaduto nello stesso errore del passato e sarebbe tornato a far parte di un’organizzazione che proponeva e somministrava, previo pagamento, una terapia per la cura di gravi patologie neuro degenerative. Mentre nel caso Stamina la cura si fondava su trattamento di cellule staminali ricavate da carotaggio osseo, in questo fascicolo d’inchiesta risulterebbe provenissero da tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione. 

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