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Lo show è finito. Tutti hanno vinto. Soprattutto i lacchè che andranno ad occupare posti dei lacchè dello schieramento che ha perso. È l’Italia, caro amico.

A Bari ha vinto la coalizione di centro sinistra capitanata da Antonio Decaro. Classe 1970, da 15 anni in politica, ha iniziato la sua esperienza com vice capo compartimento dell’Acquedotto pugliese nella sede di Lecce. Quindi impiegato dell’ANAS, con diversi incarichi: direttore dei servizi tecnici compartimentali, direttore del centro manutenzione della provincia di Bari e Responsabile dell’Ufficio Progetti, prima di mettersi in aspettativa. Una sorte, quest’ultima, che capita spesso a quelli del Pd (vedi il neo presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso).

Il caro Decaro e stato appoggiato da un pot pourri di ‘liste aromatiche’: Realtà Italia, Bari Capitale, Semplicittà, Io Bari – orgogliosamente baresi, Bari viva, Europa bianca, Pensionati e invalidi – giovani insieme, e, per finire, non poteva mancare l’Italia dei valori. Il Decaro è stato subito chiaro: “sarò il sindaco di tutti”. Ma perché, in genere il sindaco è solo di qualcuno?

Anche a Bergamo ha vinto il centro sinistra con l’uomo fiction Giorgio Gori. Scolpite nella pietra le sue prime parole:”“La mia priorità è quella di preparare la squadra”. Ce la farà in 5 anni? Chissà. Gori, giornalista, imprenditore ed ora politico. Gori, il fondatore del moloch Magnolia, divinità incontrastata della produzione televisiva italiana. Gori, nonché il Gianni Boncompagni di Matteo Renzi.

Padova affida, invece, la calda poltrona del governo cittadino a Massimo Bitonci, Leghista convinto, già senatore e sindaco di Cittadella.

”Abbiamo mandato a casa i comunisti – ha gridato alla folla” appena concluso lo spoglio. “Da domani si lavora per pulire la città”. Pulizia etnica quindi. Intanto, il simpatico Bitonci, ha annunciato le sue dimissioni da palazzo Madama solo a vittoria ottenuta. “Basta con chi dipende dalla politica” ha tuonato nella piazza padovana con la bocca ancora sporca di abbacchio romano. E ancora:”Porteremo la polizia locale sulla strada, nei quartieri, perché io voglio essere un sindaco tra la gente. Non mi farò condizionare da nessuno, nemmeno dai partiti”. La polizia servirà forse per manganellare i cittadini in dissenso?

Nella bella Pavia ha vinto il Partito democratico con Massimo Depaoli che ha subito portato la sua impronta di nuova politica:”I pavesi hanno premiato me e il centrosinistra perché hanno capito che potremo davvero affrontare concretamente i problemi della città”. Poi parla di “proposta, seria, credibile e legata alla quotidianità“. Alessandro Cattaneo, che qualche mese era stato indicato da un sondaggio come il “sindaco più amato dagli italiani”, non ce l’ha fatta e, dopo la sconfitta, ha parlato di “urgente rinnovamento in Forza Italia”.

 

A Livorno arriva il neo sindaco grillino, Filippo Nogarin. Il laureato in ingegneria aerospaziale a Pisa, ha buttato fuori dai palazzi il Pd per la prima volta negli anni. Lui, libero professionista nel settore ICT, è uno che lavora, una testa pensante. Nato a Castiglioncello, ha contribuito al progetto del primo generatore eolico prodotto da Enel.  Si definisce con “un carattere che si fa travolgere dalla logica veduta d’assieme più che dal singolo dettaglio”.

Altra sorpresa a Potenza con la vittoria Dario De Luca (Fratelli d’Italia e altre liste di centrodestra) con oltre il 58%. De Luca ha parlato di “miracolo”. Complimenti per la scelta comunicativa.

A Pescara vince il Partito democratico con Marco Alessandrini che ha messo al primo ordine del giorno la grave questione che attanaglia le problematiche pescaresi: i tornelli. “Bisogna al più presto eliminare i tornelli all’ingresso del Comune” ha puntualizzato il neo sindaco.

A Montesilvano ha vinto Francesco Maragno del centro destra che ha subito rassicurato i cittadini:”sarò il sindaco di tutti”.

Occhio cittadini: potrebbe essere una minaccia.

ZdO

 


 

 

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