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Finalmente ci siamo: è Natale. Siamo tutti più felici. Sereni. Più che altro #stiamosereni come dice il nostro e vostro presidente del Consiglio Matteo Renzi, il bello come il sole di mezzogiorno a Firenze.

Ed ora che ci siamo in questo 25 dicembre dell’anno 2014 D.C. che si fa? Semplice: corriamo a prendere regali e a farci auguri. Baci e abbracci rigorosamente social con tanto di faccine allegre e sorridenti. Letterine, cuoricini, bacini e abbraccini. Che teneri che siamo, facciamo quasi tenerezza se non fosse per la pena che trasmettiamo, ad ogni istante.

A Natale siamo buoni, tanto. Il resto dell’anno ci ammazziamo ma a Natale siamo buoni. E speriamo che a Natale si possa ancora parlare di ‘Natale’ senza essere additati come pericolosi fondamentalisti cristiani. In questo periodo basta poco e in un attimo ti ritrovi la Digos in casa a chiederti il conto. D’altronde con un ministro dell’Interno che evoca spettri di terrorismo per un incendio doloso sviluppatosi nella stazione di Santa Viola c’è da aspettarsi ben poco per il futuro della nostra Italia.

Concentrarsi, anche se per poche ore, sul vero senso della vita può aiutarci a capire veramente chi siamo e, forse, dove andiamo. Ha un senso festeggiare la nascita del Signore in un mondo che tenta di uccidere la tradizione cristiana? Ha senso riaffermare il messaggio di Dio in un periodo in cui, in nome della libertà, vengono ‘serviti’ presepi gay? Sicuramente sì. Ancor di più se il capitalismo ha fatto credere alle popolazioni della cosiddetta cultura occidentale che il Natale è del pacco regalo.

Siamo andati oltre il pacchettino, oltre ogni aspettativa. Siamo in una fiction e piangiamo se il regista ci dice di piangere e sorridiamo se ci dice di sorridere. Abbiamo sempre la parola giusta al momento giusto. Abbiamo sempre lo ‘stato’ giusto al momento giusto. Guai però se uno sguardo si incrocia con quello di un nostro simile: fuggiamo all’istante. Non siamo più abituati a guardarci negli occhi perché ci vergogniamo di raccontare al prossimo chi siamo in realtà. Per tutto il resto, poi, c’è Mastercard, Twitter e Facebook.

Buon Natale, nonostante tutto.

ZdO   

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