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Carlo Lissi sabato sera stava guardando la tv con sua moglie, Cristina Omes, mentre i 2 figli stavano dormendo. I due coniugi a un tratto hanno fatto l’amore, pardon hanno fatto sesso, pardon hanno scopato; è difficile trovare il termine esatto per esprimere un congiungimento sessuale se meno di un’ora dopo alle 23 circa, Carlo Lissi ha accoltellato la moglie con un coltello da cucina (una coltellata alla gola e una all’addome prima di finirla con un pugno) e ha sgozzato i due figli.

A quel punto Carlo Lissi è sceso in cantina, ha fatto una doccia e, sbarazzatosi dell’arma del delitto, ha raggiunto un amico con il quale è andato a vedere la partita Italia-Inghilterra in un bar, il primo incontro dei campionati Mondiali… non un’amichevole.

E’ stata una bella partita e l’Italia ha giocato bene, tanto che l’amico ha dichiarato che Lissi si è addirittura emozionato ai gol di Marchisio e Balotelli; effettivamente due bellissimi gol, quindi in tale circostanza non gli si può dar torto.

Terminata la partita il signor Lissi è tornato a casa e, credo senza sorpresa, ha trovato la moglie e i figli morti; a quel punto si è difeso svogliatamente e malamente, stanco, forse chiedendosi quando sarebbe potuto andare a letto, finchè non ha ceduto e ha confessato.

Il movente? Si era “infatuato” di una collega, che non lo ricambiava, e si era stancato della vita familiare.

IL COMMENTO

Vorrei sapere se Carlo Lissi è stato condannato per aver sgozzato la sua famiglia o per aver scopato, essersi fatto la doccia ed aver visto la partita dell’Italia esultando sulle prodezze di Marchisio e Balotelli.

Ho dato una risposta: la Legge, fermandosi al dato dei 3 corpi senza vita, ha condannato Lissi con il termine di “assassino”, mentre gli uomini, guardando il dato del sesso, della doccia e della partita dell’Italia, l’hanno catalogato con l’appellativo di “Mostro”.

In termini di significato, si è materializzata la stessa trama del romanzo “Lo straniero” di Camus, in cui il protagonista, Meursault, per una serie di circostanze e senza una volontà precisa, ha commesso un omicidio sulla spiaggia, colpendo un arabo e uccidendolo per poi sparare altre tre volte sul suo corpo inerte.

Durante il processo de “Lo straniero”, la corte sente l’esigenza di trovare un collegamento tra l’omicidio e una deplorevole condotta morale dell’assassino anche se, d’acchitto, questa correlazione non sembra esserci.

Così, sempre nel romanzo, viene riesumato il fatto che, nel passato di Meursault, c’era il funerale di sua madre in cui lui stesso, a detta dei testimoni, sembrò impermeabile a qualsiasi emozione, si rifiutò di contemplare le spoglie, bevve caffè e fumò vicino alla bara.

Ecco, questo è il collegamento: Meursault non ha pianto al funerale della madre, quindi è una persona senza cuore e, in questa prospettiva, diventa plausibile l’omicidio.

Nel caso di Carlo Lissi è riscontrabile un simile collegamento dei fatti: Lissi non si è comportato come un comune assassino, poiché un comune assassino, dopo l’omicidio, avrebbe dovuto barcollare nel quartiere in stato confusionale, invece Lissi è andato a divertirsi.

Ciò afferma che Lissi è uomo senza cuore e, gli uomini senza cuore, uccidono.

Ebbene Carlo Lissi è un mostro eppure gli intervistati hanno dimostrato con fermezza che è diventato un mostro quel sabato sera, poiché prima non c’è la benchè minima prova della mostruosità di Carlo Lissi.

Ad agosto dell’anno scorso, sulla sua pagina Facebook, Lissi ha fatto gli auguri alla sua “piccola stellina” che quel giorno compiva 4 anni e, sempre sul social, era solito spendere parole dolci nei confronti della consorte e in difesa degli animali.

In altri termini, il signor Lissi non ha mai scritto sulla sua pagina facebook che è giusto torturare i cani.

Analoghe dichiarazioni sono state fatte dai vicini di casa che hanno appellato la famiglia Lissi come “famiglia modello”, che usciva la sera a comprare il gelato.

Ebbene il tribunale degli uomini ha sentenziato: Carlo Lissi era un uomo modello che nascondeva dentro di sé un’insospettabile mostruosità la quale, senza dire far mai sorgere alcun sospetto, si è scatenata di colpo quel sabato sera.

La conclusione è ovvia: non avendo nel suo passato torturato nessun cane, martoriato le formiche con l’accendino, picchiato la figlia in giardino, Carlo Lissi è stato in un certo senso costretto ad interrompere l’omicidio per andare a guardare la partita dell’Italia.

Marco Minnucci

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