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Il comandante dei vigili di Pescara difende “a prescindere” il suo uomo ma non si presenta in conferenza stampa

Questa mattina al comune di Pescara tutti i giornalisti nazionali hanno assistito a qualcosa di unico: una conferenza stampa del Sindaco Albore Mascia degna della presenza in un cartellone di spettacoli teatrali. Ciò di cui è stato capace quest’uomo oggi ha dell’incredibile; mai avremmo immaginato che il genere umano potesse spingersi a generare simili idee e discorsi. Il primo cittadino pescarese ha convocato un incontro con la stampa nel palazzo comunale alle 12.30 per riferire sulla triste vicenda di Morosini. Tutti in sala hanno aspettato una lucida e imparziale relazione su quanto accaduto domenica pomeriggio e, soprattutto, per avere chiarimenti circa la decisione presa dall’amministrazione comunale nei riguardi del pubblico ufficiale coinvolto nella vicenda. Ebbene di tutto questo poco o nulla è trapelato. Mascia ha iniziato la sua “relazione” facendo presente che nel piazzale erano presenti altre volanti (polizia, carabinieri, ecc.), quindi contestualizzando in maniera soggettiva il racconto per poi schierarsi in maniera palese in difesa dell’agente. “Il povero padre di famiglia”, come lo ha definito Mascia, nel momento in cui si è reso conto di ciò che stava accadendo ha cercato di raggiungere l’auto ma ha trovato la scalinata occupata e l’ascensore rotto. Insomma  un film in pieno stile americano. Dopo la lunga parte difensiva si è passati, solo per qualche minuto finale, a spiegare che il comune non ha preso nessun provvedimento, che ci sarà un collegio disciplinare che valuterà l’accaduto e che il vigile non ha nessuna responsabilità penale nella vicenda. Insomma, se non fosse stato per il fatto che c’è stato un ragazzo giovanissimo che ha perso la vita, ci sarebbe veramente da ridere e da dare una pacca sulla spalla al sindaco e farlo accomodare fuori dal Palazzo di Città. Siamo al ridicolo. C’è un’intera comunità che chiede di chiarire come siano andati i fatti, che cosa sia successo e troviamo un sindaco in palese difficoltà a rispondere ad una schiera di giornalisti con la bava alla bocca senza un minimo di chiarezza. Oltre essere informati del fatto che l’agente è un giovane padre di famiglia che indossa con onore e rispetto la divisa non sappiamo altro. Mascia, per continuarsi a fare del male evidentemente, ha lanciato un appello ai cittadini affinché recuperino fiducia verso la polizia municipale che, sempre secondo il sindaco, lavora per il bene dei cittadini. La chicca finale è stata che il vigile pare stesse lavorando all’interno della sala operativa del Gos ma parrebbe che, a quanto pare, il suo nominativo non fosse presente all’interno della lista del personale. Insomma questo buon padre di famiglia era lì per divertimento o per lavoro? L’auto era parcheggiata in quel punto perché accade sempre così oppure è stata una singola superficialità? Il sindaco poteva o no licenziare in tronco il “giovane ragazzo” visto che proprio Mascia dopo l’avvenimento ha dichiarato di averci pensato? Dubbi che restano perché come sappiamo le lobby devono difendersi a vicenda per continuare a vivere. Tali risposte ad alcune delle domande potevano venire ad esempio dal comandante dei vigili, il signor Carlo Maggitti che però, dall’alto della sua competenza e capacità, non ha ritenuto opportuno sedersi al tavolo della conferenza e rispondere alle domande. Certamente il “super capo” dei vigili pescaresi ha ritenuto utile aggirarsi nei corridoi comunali per sfogarsi con alcuni suoi amici e cercare conforto, ma di metterci la faccia nemmeno per sogno. Lo sguardo perso nel vuoto il comandante lo mette solo quando si tratta di illustrare ai soliti giornalisti amici le grandi azioni portate avanti dalla sua super squadra di 160 agenti. Per il resto, come dire, rivolgersi al sindaco. Un uomo tutto d’un pezzo che addirittura vanta una particolare esperienza e competenza nel settore del Demanio marittimo per finalità turistico-ricreative e dei pubblici spettacoli. Un super esperto al servizio della comunità. Un personaggio che non ha sentito un minimo di vergogna per tutto quello che si è innescato a livello nazionale dal punto di vista informativo; per lui esistono le ragioni del suo subalterno ma non quella dei cittadini. Un comandante serio si sarebbe seduto al tavolo confrontandosi con i giornalisti. Alla fine della conferenza stampa, per onore, rispetto e orgoglio avrebbe annunciato le sue dimissioni per il solo clamore che si è generato intorno a questo caso. Purtroppo molti uomini non sono caporali e, purtroppo, molti caporali non sono uomini.

 

Re D’azione

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