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“Non morirò per adesso. Ce la farò” disse ‘Nicolino’ all’indomani del ricovero presso l’ospedale di Ortona  a dicembre scorso. Poi le dimissioni e il ritorno presso il nosocomio di Guardiagrele dove però, questa volta, non ce l’ha fatta. 

Morte di un fascista: gli appelli di Cucullo su Youtube. “Popolo libero e selvaggio…”

 

Alle ore 17 del 20 luglio Cucullo è spirato nel reparto lungodegenti. Aveva 85 anni. I funerali del sindaco rivoluzionario si terranno martedì nella cattedrale di San Giustino mentre lunedì 20 luglio ci sarà la camera ardente allestita presso la sala consiliare della Provincia.

Nicola Cucullo, classe1930, arrivò al culmine della sua carriera politica tra il 1993 e il 2004 quando ricoprì la carica di primo cittadino di Chieti. Subentrò, con voto plebiscitare, ad Andrea Buracchio, arrestato nel 1993 insieme all’ex vicesindaco Enzo Desiderio, per concussione. Il consiglio comunale votò una sua sfiducia a ridosso della fine della consiliatura, ma fu rieletto sindaco nel 1997 e poi nel 2000. Fu soprannominato il ‘picconatore’ perché spesso girava per le strade della città armato di piccone per sistemare o rimuovere ciò che non andava bene. Picconatore soprattutto nel metodo visto che si ritrovò a governare una città in dissesto finanziario.

A 30 anni aderì al Movimento sociale italiano che lo portò a diventare consigliere comunale del Msi  negli anni ’80. Quando la Fiamma dell’Msi si spense definitivamente aderì alla Fiamma Tricolore di Pino Rauti. Nel 2011 si candidò a sindaco di Ortona, sua città d’origine, con Forza Nuova.

Cucullo ha continuato le sue battaglie fuori dal palazzo e spesso sui social e su Youtube. Oggi però, la sua carriera, è terminata. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Ortona qualche giorno fa, era stato nuovamente riportato nella casa di riposo di Pennapiedimonte. Le condizioni però sono nuovamente peggiorate per via della febbre troppo alta. Di lì il ricovero al SS. Immacolata di Guardiagrele dove si è ulteriormente aggravato e ha concluso la sua vita terrena. Con lui vanno via i picconi e le picconate ma non, purtroppo, gli inciuci di palazzo, i corrotti e i corruttori.

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