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Alla fine ha detto sì. L’uomo forte del PD torna nel suo Abruzzo a tentare di risollevare le sorti di un partito a pezzi.

“L’appello della maggioranza dei sindaci alla mia candidatura a Presidente della Regione, ha suscitato in me grande emozione ed ha rafforzato la mia responsabilità per la scelta da compiere”.

Queste le prime parole dell’ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, nell’annunciare la sua nuova sfida. “Si tratta di una volontà diffusa che non posso ignorare” ha spiegato. “Per questo mi rendo disponibile a candidarmi”.

Sono alcuni passaggi di una nota inviata dall’ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, a proposito della sua candidatura alle prossime elezioni regionali in Abruzzo in programma il prossimo 10 febbraio in risposta all’appello di 162 sindaci.

“Intendo innanzitutto ringraziare uno per uno i tantissimi Sindaci che hanno deciso di promuovere un’iniziativa che mi onora e che non ha precedenti nella storia democratica della nostra regione” ha aggiunto ancora Legnini. “Ho servito le Istituzioni repubblicane, Parlamentari e di Governo fino all’esperienza intensa e straordinaria al Consiglio Superiore della Magistratura, sempre ispirandomi alla disciplina e all’onore richiesti dall’art. 54 della Costituzione. Ho cercato di farlo, lungo gli ultimi quattordici anni, con tutte le mie energie intellettuali e fisiche, senza mai risparmiarmi e sostenendo sempre le ragioni della mia terra”.

Dunque, un impegno che prosegue con la politica che riparte “dal basso”, al servizio della sua terra.

“Non ho mai richiesto o sollecitato una mia candidatura, di cui certamente non mi sfugge il grande rilievo e impegno per i cittadini abruzzesi più che per la mia persona. Ho così voluto ascoltare tantissime persone, non solo quelle politicamente coinvolte, e da ultimo ho letto il contenuto dell’appello e i nomi di coloro che l’hanno sottoscritto. Si tratta di una volontà diffusa che non posso ignorare. Il mio intento è di restituire alla comunità abruzzese la fiducia che mi è stata riservata e quindi mettere a disposizione dell’Abruzzo l’esperienza e le relazioni istituzionali costruite in questi anni”.

Quindi le parole che gran parte degli uomini a lui vicino attendevano da tempo:“Per questo mi rendo disponibile a candidarmi. Cercherò di dar vita ad una iniziativa politica che mi consenta di coltivare indipendenza ed inclusività e che si rivolga direttamente alle donne e agli uomini abruzzesi e alle istituzioni locali. Avverto la necessità di dare forza alla nostra regione con una rappresentanza adeguata ai molti problemi che essa e i suoi comuni cittadini e imprese sono chiamati ad affrontare. Tra qualche giorno inviterò tutti i Sindaci abruzzesi, anche quelli che non hanno sottoscritto l’appello, ad un confronto conclusivo durante il quale comunicherò le ragioni per le quali, se l’elezioni si terranno a febbraio, mi candiderò a Presidente. Sarà quella anche l’occasione per delineare il profilo di un progetto di innovazione, per costruire una coalizione ampia e plurale. Vorrei rivolgere anch’io un appello alle donne e ai giovani abruzzesi: quello di candidarsi con me, affinché siano protagoniste e protagonisti di una nuova pagina della nostra regione”.

La decisione di Legnini è arrivata poco dopo l’appello fatto dai 162 sindaci abruzzesi

Un documento sottoscritto da sindaci di varie estrazioni culturali con l’invito rivolto a Legnini di prendere in mano le sorti dell’Abruzzo. 

“Il periodo che ci lasciamo alle spalle – scrivono i sindaci – ha visto una discussione politica improntata alla scelta del nome e all’intestazione di esso tra i vari schieramenti piuttosto che alla condivisione di un progetto ambizioso per il rilancio della Regione Abruzzo. È sfuggito così un elemento fondamentale nella competizione elettorale che si apre: quello dei TERRITORI. L’unica personalità capace di sintetizzare le dinamiche, tutte, delle quali l’Abruzzo ha bisogno, è quella di Giovanni Legnini. Il suo è un profilo che non ha bisogno di presentazioni, e che garantirebbe all’Abruzzo l’autorevolezza e la competenza che merita.
C’è infatti un altro Abruzzo, quello dei Comuni. Un Abruzzo che conosce ogni angolo del nostro territorio, le sue grandi potenzialità, ma anche i problemi ancora da risolvere per farle vivere e diventare una risorsa. Perché i giovani scelgano di restare o di tornare, perché le famiglie e gli anziani abbiano i servizi necessari, perché le cose funzionino come possono e devono funzionare. Un Abruzzo che è in prima linea, che non si arrende mai.
Che continua a impegnarsi per fare e proporre le scelte giuste, a tutti i livelli.
Che non si ferma, consapevole delle cose fatte, ma anche delle tante che ancora aspettano: l’occupazione e il lavoro per i tanti che ancora lo cercano e per coloro che rischiano di perderlo, le strade e le autostrade per la sicurezza ma anche per l’economia; per la messa in sicurezza del territorio e per valorizzare l’ambiente: perché qui viviamo, e perché il turismo qui è una risorsa fondamentale; la salute e le strutture necessarie a far sì che sia un diritto vero, quotidiano, accessibile a tutti; le scuole, che devono essere sicure, belle, luoghi di vita e crescita per i nostri figli; i trasporti, a servizio di chi lavora e viaggia ogni giorno, e di chi vuole vivere e visitare la nostra terra in libertà; l’agricoltura, che parla della nostra ricchezza su tutte le tavole, e la cui identità va difesa; la fatica di chi fa impresa, che va sostenuta e semplificata, nel rispetto delle regole; l’innovazione, che deve diventare una realtà quotidiana, dalle scuole alle aziende; la solidarietà, che non può riguardare solo chi già regala il suo impegno, ma è un valore per tutti.
Per tutte queste ragioni, la scelta del nome del Presidente della Regione che eleggeremo nella prossima consultazione rappresenta una decisione importante. Per ripensare a quanto fatto, e per fare un passo avanti. Ascoltando i cittadini e le cittadine.
Noi Sindaci e amministratori locali abbiamo un rapporto quotidiano con le difficoltà ma anche con la ricchezza della nostra terra; ci sta a cuore, come a tutti coloro che qui vivono e producono, che qui sono nati o hanno scelto di mettere su casa, azienda, lavoro, famiglia.
Proprio in nome della necessità di ripartire dai territori noi oggi ci sentiamo coinvolti, perché la scelta che compiremo potrà segnare un cambio di marcia e dare speranza alla nostra Regione.
E non vogliamo che il nome di chi sarà chiamato a guidarci sia la sintesi di una ragionamento compiuto in stanze chiuse, in base ad accordi che nulla hanno a che fare con l’interesse dell’Abruzzo, da partiti che hanno perso il contatto con la vita quotidiana e che puntano le attenzioni su personaggi che mai nulla hanno condiviso della nostra regione semplicemente perché appartengono ad un’altra comunità.
L’appello è forte e non può rimanere inascoltato, poiché non arriva soltanto da iscritti ad un partito politico, ma da amministratori che rappresentano la maggior parte dei Comuni abruzzesi e che ben conoscono le esigenze delle comunità che guidano.
Chiediamo di avere voce: rivolgiamo un appello a chi secondo noi può determinare oggi una svolta: Giovanni Legnini.
Chiediamo un impegno diretto a un uomo delle istituzioni, che rappresenta la serietà ma anche la determinazione con la quale l’Abruzzo si è fatto strada conquistando la fiducia delle più alte cariche dello Stato.
La sua candidatura come Presidente ci rappresenta, e rappresenta la speranza in una Regione forte, autorevole, in grado di attrarre imprese ed investimenti, di migliorare i servizi e la qualità della vista e dell’ambiente, di dare valore al suo territorio e diventare una delle prime Regioni d’Italia e d’Europa.
Se Giovanni raccoglierà questo appello, noi saremo al suo fianco”.

 

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