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Convocata per venerdi’ alle 17 l’assemblea straordinaria della Eco.Lan. con all’ordine del giorno la revoca dell’attuale cda e la nomina di uno nuovo. Strategia aziendale oppure operazione politica?

Ecolan spa gestisce il servizio di smalltimento dei rifiuti di 53 comuni dell’area frentana, ha convocato l’assemblea su richiesta della maggioranza qualificata dei soci. L’11 febbraio scorso tutti i sindaci del centrosinistra, tra cui Mario Pupillo sindaco di Lanciano e presidente dell’assemblea dei soci, avevanoo richiesto un’assemblea straordinaria per «grave situazione gestionale della società Ecolan spa» dopo l’emergenza rifiuti scoppiata nei primi giorni di gennaio. L’ordine del giorno dell’assemblea sarà, tra gli altri, «l’adeguamento dello statuto societario alla richiesta di modifica del numero dei componenti e della durata in carica del cda e «l’esercizio eventuale dell’azione sociale di responsabilità».

L’AZIENDA ECOLAN

La Ecolan Spa è stata costituita nel 2010 con la trasformazione del Consorzio Comprensoriale Smaltimento dei Rifiuti Lanciano in società per azioni. Il territorio in cui opera comprende il territorio Frentano, SangroAventino, Ortonese-Marrucino. L’azienda gestisce una discarica per rifiuti non pericolosi e di una piattaforma di valorizzazione dei rifiuti secchi. I componenti dell’attuale Consiglio d’amministrazione sono: Gianpanfilo Tartaglia, Sandro Fantini, Guerino Caporale, Sabatino Di Carlo, Riccardo Di deo Iurisci e Orazio Martelli.

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Il centrosinistra si appiglia alla questione dell’emergenza rifiuti di cui la Ecolan appare responsabile nel gennaio di quest’anno. «Da mesi tutti sapevano della situazione di Avezzano ed e’ grave che nessuno ne abbia mai parlato con i sindaci consortili, ne’ con Lanciano che ha la presidenza. Con questo comportamento Ecolan ha esposto i comuni soci a scelte urgenti con sovraccarico economico. Ad Avezzano Lanciano pagava 140 euro a tonnellate, ora a Chieti dovremmo pagare 154 euro, con un costo aggiuntivo di 700 mila euro annui che fara’ giungere la spesa per il trattamento rifiuti a un milione e 900 mila euro». Queste le dichiarazioni di Mario Pupillo all’indomani dell’emergenza rifiuti dovuto al fatto che la discarica Aciam di Avezzano era satura e fu necessaria un’autorizzazione per portare i rifiuti alla discarica Casoni di Chieti di proprietà Di Zio. Le accuse dell’intero centrosinistra verso la Ecolan furono di non aver agito in tempo per ovviare a quella che poi sarebbe diventata una situazione emergenziale. Addirittura Nico Frattura, consulente del comune di Montelapiano, dichiarò che:«L’emergenza rifiuti di questi giorni è stata creata dalla Ecologica Sangro perché al rifiuto proveniente dall’impianto mobile non poteva più essere applicata la codifica di rifiuto speciale e perciò non era trasportabile in altri impianti». Quindi una situazione alquanto ingarbugliata e in cui  tutti i protagonisti, per un lungo tempo, hanno preferito sputarsi addosso piuttosto che fornire una chiara lettura della questione ai cittadini. In effetti spuntò anche una lettera di Ecolan inviata a mezzo fax ai comuni  soci in cui si avvisava dell’emergenza rifiuti che ci sarebbe stata da lì a 4 giorni. Chi ha torto e chi ha ragione? In questo baccano totale non poteva mancare anche il Pdl nel buttare la questione in casciara. Infatti, tornando ai giorni nostri, il centrodestra si oppone in maniera intransigente alla revoca del cda chiesta dal centrosinistra in quanto lo statuto della società non contiene alcuna disposizione in tema di revoca degli amministratori. «Non vi è nessuna motivazione di giusta causa quale ad esempio la violazione di obblighi contrattuali o di obblighi fiduciari di fedeltà, lealtà, correttezza e cura, cosi come recita la Legge, né costituiscono giusta causa di revoca né la mera convenienza economica della società, né una riorganizzazione aziendale, né, infine, il mutamento della maggioranza azionaria». Insomma la rimozione, secondo il Pdl, comporterebbe la necessità di un risarcimento di danno pari al compenso che l’amministratore avrebbe percepito fino alla scadenza naturale dell’incarico. Inoltre ciò porterebbe i 54 sindaci a processo (nel caso di denuncia) per danno reputazionale. Se uscissimo per un attimo da questa diatriba e provassimo a guardare la questione dall’alto ci accorgeremmo che, probabilmente, la questione sulla Ecolan è squisitamente politica. Qualche domanda però sorge spontanea: perché Comuni e presidenti non si adoperano per farci sapere quanto denaro riscuotono dal settore “monnezza”? Perché il centrosinistra chiede le dimissioni del Cda della Ecolan se la stessa azienda ha comunicato tempestivamente e a mezzo fax a tutti i comuni l’emergenza rifiuti? 

 

di Antonio Del Furbo

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