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La giornata informativa proposta dall’azienda proprio in uno dei comuni che non ha sottoscritto il patto per la realizzazione dell’opera, era stata pensata per dare risposte ai cittadini.

Il progetto, solo in Abruzzo, vale 80 milioni di euro, coinvolge 16 comuni in cui verranno costruiti tralicci alti 75 metri che trasporteranno una tensione di 380 mila volt.

L’opera, sottoscritta da Abruzzoenergia, è stata voluta, tra l’altro, per l’alto deficit energetico tra energia prodotta ed energia consumata pari al 33% (Istat). L’incontro lancianese si è svolto anche su richiesta di alcuni esponenti del mondo politico che, però, hanno disertato il confronto. Le domande a cui gli ingegneri di Terna hanno risposto sono le stesse che il Perito di parte, Antonio Di Pasquale, aveva sottoposto alla stampa e alla stessa azienda in occasione del precedente Open Day tenutosi a Pescara. 

Il tema delle 16 domande hanno riguardato esclusivamente il modus operandi di Terna che, secondo i proprietari, non è stato eseguito a norma di legge. Di Pasquale ha parlato di lavori eseguiti su “terreni privati, in violazione della proprietà privata, con arroganza e presunzione, senza aver stipulato nessun accordo bonario” e dicalcolo dell’indennizzo agricolo” su terreni aventi “vocazione edificatoria”.

I rappresentanti hanno cercato di rispondere almeno fino a quando l’aria non è diventata rovente.

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I dati che interessano l’intera comunità e non soltanto i proprietari, sono altri. Il 20% dell’energia in Abruzzo è prodotto da carbone, il 31% da fonti rinnovabili e il 16% dall’eolico. Dato l’alto consumo di energia legato anche alla richiesta delle aziende di una maggiore elettricità, la centrale di Gissi ha chiesto a Terna di individuare un nodo dove potersi agganciare per far passare tutta l’energia prodotta. Terna ha individuato il nodo di Villanova in quanto proprio da quel punto partono due dorsali a 380 Kv. Il 21 dicembre del 2009, quindi, Terna presenta il progetto al ministero dello Sviluppo Economico che, esattamente un anno dopo, avvia formalmente il procedimento. Nel frattempo Abruzzoenergia, consorzio costituito con la finalità di sfruttare le notevoli possibilità di risparmio energetico offerte dalla liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas naturale”, presenta al ministero dell’Ambiente istanza per la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA).

Tutto bene? Manco per niente. Alcuni Comuni non approvano il progetto e si tirano fuori. “Il 5 maggio 2014 è stato formalmente aperto il cantiere” chiarisce Motawi “inviando la comunicazione alla Regione, Arta, tutti i Comuni interessati”. Una procedura, pare, in piena regola.

Sulla questione dell’elettromagnetismo, almeno a livello teorico, dubbi non ce ne sono. La Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti ha stabilito i limiti di 200 microtesla per la tutela della salute. La Commissione europea addirittura li fissa a 100 microtesla e l’Italia lo ha abbassato a 10 microtesla.

L’impatto ambientale con le linee aree è ridotto rispetto a quello interrato. Nel primo caso poco meno di 2 ettari a fronte di 140 ettari del secondo. Inoltre i pali, che arrivano fino ad una profondità di 30 metri, sono in grado di stabilizzare il terreno e ridurre il pericolo frane.

E se ieri si fosse cercato un dialogo costruttivo?

ZdO

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