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I cittadini di fontanelle di Pescara nel mirino dei pregiudicati e dello Stato.

La questione di Fontanelle di Pescara è molto seria: questo quartiere di collegamento tra Pescara e San Giovanni Teatino rischia un ulteriore degrado se politici ed istituzioni non concorrono seriamente alla risoluzione. Probabilmente i cittadini e le associazioni che operano nel territorio non si aspettano nulla dalla politica ma forse qualcosa in più dalle forze dell’ordine, dalla magistratura e dalla questura. La classe dirigente anche in questo caso si è dimostrata inadatta e insensibile alle problematiche e alle varie richieste dei residenti. Ed è proprio nella prefettura, in particolare, e nella magistratura che i cittadini ripongono tutte le loro speranze, proprio perché nel ventennio trascorso sono riusciti a fare tanto in altre contingenze simili. Il fatto che desta più meraviglia tra i residenti di Fontanelle è che il Comune in un primo momento aveva sgomberato gli abusivi dalle case e, successivamente, li ha fatti rientrare. Inoltre, non ritengono giusto che vengano concessi gli arresti domiciliari a dei pregiudicati per spaccio di droga. “Siamo ormai abbandonati” è quanto ha dichiarato il presidente provinciale dell’associazione Co.Di.Ci che si batte da tempo per la legalità e che più volte è stata oggetto di ritorsioni e intimidazioni. Anche se, per un breve periodo, la situazione era tornata alla normalità grazie al pattugliamento della polizia municipale e della polizia. Pattuglie poi rimosse. Abbiamo trascorso due giorni nel quartiere per cercare di capire l’aria che si respira e vi assicuriamo che non ci è piaciuta. La nostra troupe è stata continuamente scrutata dalle finestre, dai balconi e dalle auto che passavano continuamente e qualcuno ci ha riferito che più volte sono state chieste informazioni su di noi. In serata abbiamo poi seguito anche la Via Crucis organizzata dalla parrocchia e dalle stesse associazioni e ne abbiamo approfittato per raccogliere la testimonianza del parroco.

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