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“Violenza privata, minacce gravi e oltraggio a pubblico ufficiale”. Sono queste le accuse che hanno condotto all’arresto sette persone.

“Violenza privata, minacce gravi e oltraggio a pubblico ufficiale”. Sono queste le accuse che hanno condotto all’arresto di sette persone.

La procura di Trani ci va giù pesante. Pesantissima. Una cinquantina gli indagati di cui diciotto agli obblighi di dimora. I responsabili sarebbero tutti militanti del ‘Comitato 9 dicembre’. Riccardo Lotito, Giuseppe Bisceglie, Francesco Marulli, Nicola Inchingolo, Nicola Lomuscio, Giuseppe Zaccaro e Roberto Calvi avrebbero impedito, nel giorno della protesta, l’apertura del centro commerciale ‘Ipercoop’ di Andria. 

Direttori di banca, cittadini e commercianti sarebbero stati intimiditi e minacciati dal gruppo al fine di farli partecipare al corteo. “L’uso stesso della parola sciopero è stato un abuso da parte di queste persone che non hanno colto il senso costituzionale del diritto allo sciopero” ha dichiarato il procuratore aggiunto Francesco Giannella. Gli arrestati sarebbero riconducibili agli ultras. Le minacce hanno riguardato anche poliziotti e carabinieri “scesi in strada per salvaguardare l’incolumità dei cittadini”. 

Per il gip del tribunale di Trani Francesco Messina i manifestanti hanno inteso la manifestazione come mezzo per ottenere fini personali, limitando la libertà altrui.

Strano constatare che solo in questo caso siano scattate le manette.

ZdO

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