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Affermazioni, quelle del Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, un amaro in bocca. Ma è una triste realtà perché le mafie non fanno altro che “supplire delle carenze dello Stato”.

“L’Isis è una struttura di criminalità organizzata, una di quelle destinate ad avere un fine” ha detto il presidente della Commissione per la riforma della legislazione antimafia a Radio24. “Le mafie italiane, come la ‘ndrangheta, sono destinate a durare con queste regole, perché vivono del consenso popolare e non sono quindi un corpo estraneo alla società”. È chiaro che:”Le mafie in Italia – continua – esistono perché vanno a supplire delle carenze dello Stato. La ‘ndrangheta è un sistema abbastanza articolato molto presente sul territorio. E in parti del territorio calabrese ma soprattutto della provincia di Reggio Calabria si è sostituita a pezzi dello Stato e a pezzi delle istituzioni“.

Il procuratore è, in questi giorni, in visita a New York per ricevere un prestigioso premio, il “ della Train Foundation. “Con il progetto che stiamo scrivendo in questa commissione, se dovesse essere approvato in blocco, noi potremmo abbattere nell’arco di cinque sei anni anche l’80% della mafia presente in Italia. Stiamo lavorando molto intensamente su questa commissione di riforma” – prosegue – “perché vogliamo consegnare al presidente Renzi il prima possibile il lavoro e io sono ottimista sulle cose importanti che stiamo scrivendo. Poi, ovvio, bisogna avere la forza numerica in Parlamento per far passare certe riforme ma se dovessero passare tutte in blocco noi abbatteremmo le pendenze anche del 70%”. 

ZdO

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