Spread the love

La Polizia di Stato di Chieti ha portato a termine un’ingente operazione antidroga denominata “Rubino” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila. Oltre 200 gli uomini impiegati.

di Antonio Del Furbo

Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Chieti con il coordinamento delle Questure di Pescara, Teramo e con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Abruzzo” e di unità Cinofile. L’operazione ha prodotto 44 provvedimenti di cui 17 Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere e 27 perquisizioni a carico di altrettanti indagati nelle province di Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila, Varese, Milano e Roma. Tra le 14 persone arrestate la maggior parte è di origine albanese.

L’attività d’indagine è durata circa due anni consentendo così di “disarticolare un radicato sodalizio criminale capeggiato da soggetti di origine albanese dedito al traffico di ingenti partite di stupefacenti operante sull’intera fascia costiera abruzzese, con proiezioni anche fuori regione” spiega la questura.

Il fortino dell’organizzazione criminale si trovava nella provincia teatina, ovvero a Guardiagrele e Tollo. “Il sodalizio -spiega ancora la questura- si avvaleva di ulteriori gruppi, nuclei e ‘cellule’ dislocate soprattutto nelle province di Chieti, Pescara e Teramo: una vera e propria capillare rete di distribuzione dello stupefacente sostenuta da un’articolata collaborazione di aderenti con il compito di smistare rilevanti quantità di droga e ricavarne ingenti somme di denaro”.

Nel corso delle indagini sono stati arrestati 25 soggetti in flagranza di reato per detenzione a fine di spaccio di cospicui quantitativi di sostanza stupefacente ed indagati ulteriori 57 soggetti. La droga sequestrata in totale avrebbe fruttato oltre 5 milioni di euro.

Ingenti quantità di stupefacenti sono stati sequestrati anche fuori regione: 300 kg. di marijuana del tipo “orange” (una delle migliori qualità), 90 kg. di hashish, 1 kg. di cocaina, stupefacente che sul mercato al dettaglio avrebbe fruttato circa 5/6 milioni di euro, nonché 20.000 euro in contanti provento dell’attività di spaccio, armi e munizionamento.

Rilevante un episodio avvenuto durante le indagini in cui un albanese si è procurato clandestinamente una pistola ed un fucile a canne mozze con il chiaro intento di utilizzarli per risolvere una controversia. Azione sventata grazie al tempestivo intervento degli operatori della Squadra Mobile della Questura di Chieti che sono riusciti a intercettare e disarmare preventivamente il soggetto.

Di admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia