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Gli eletti se ne inventano delle belle ogni giorno pur di portare a casa vittorie personali per poi farle passare come scelte di ‘responsabilità nazionale’.

Con questa scusa gli onorevoli che hanno ‘passeggiato’ tra i vari partiti sono stati in quest’ultima legislatura ben 173. Un percorso inaugurato dai mitici Antonio RazziDomenico Scilipoti i quali, nel dicembre 2010, abbandonarono la defunta Italia dei Valori di Antonio Di Pietro per passare al gruppo dei ‘Responsabili’ in appoggio al governo di Silvio Berlusconi. Un’operazione ‘Transformer’ che gli costò l’accusa di essersi fatti “comprare” dal Cavaliere per il quale furono indagati e subito dopo scagionati. Razzi a Zone d’Ombra annunciò querele:Sono tutte falsità” dichiarò il senatore dell’allora Pdl. “Tutto quello che ho costruito nella mia vita l’ho costruito con le mie forze”.

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Dunque, Razzi e Scilipoti colpiti a fondo persino da un’inchiesta della magistratura. E gli altri che li hanno succeduti? L’emorragia più grande è quella di Scelta Civica che ormai si è quasi definitivamente sciolta. In questi ultimi giorni altri sette parlamentari sono passati nel Partito democratico lasciando a 25 il numero di quelli rimasti in casa Monti dagli iniziali 69 del 2013. Sempre alla Camera da Sel sono andati via in 10 mentre il Pd ne ha incamerati ben 16. Altri casi molto pesanti di l’abbandono è quello dei grillini che in 32 hanno lasciato il gruppo 5 Stelle e quello di Forza Italia con 60 parlamentari passati ad appoggiare il governo Letta e quello Renzi.

È utile però ricordare che, alla fine, la notizia lascia il tempo che trova. L’articolo 67 della Costituzione vieta il ”vincolo di mandato” e quindi l’eletto può tranquillamente decidere di approdare in altri schieramenti o partiti politici.

Ma, a quanto pare, le vesti vengono stracciate a giorni alterni. Dipende da ‘chi passa verso dove’. Se è un grillino i tg vanno avanti per settimane sulla questione. Se è un berlusconiano può essere che intervenga pure la magistratura.

ZdO

 

 

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