Spread the love

Arriva come un fulmine a ciel sereno la dichiarazione dell’ex direttore del servizio segreto interno. Non c’è dubbio per Mori: se i politici non si sporcano le mani con l’intelligence i terroristi ci colpiranno.

L’avvertimento del generale dei carabinieri suona anche un po’ come una leggera ‘scottatura’ nei confronti di quello stato che lui ha più volte detto di aver difeso e rispettato. Fu lui a coordinare i15 gennaio del 1993 l’operazione che portò alla cattura di Totò Riina e che, successivamente, gli è costò, insieme al capitano Sergio De Caprio (Ultimo), un processo con l’accusa di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra per non avere informato la Procura di Palermo della sospensione dell’osservazione della casa di Riina subito dopo il suo arresto. Tutto finì nel 2006 con la completa assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”. Due anni, nel 2008, venne rinviato a giudizio per aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano per il mancato blitz del 31 ottobre del 1995. Anche in questo caso fu assolto da tutte le accuse. Avete torturato per cinque anni un uomo che ha dato l’anima per lo Stato”. Attualmente Mori è indagato, ancora una volta, dalla Procura di Palermo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Stato-Mafia

È comprensibile, dal punto di vista umano, che un generale, passato successivamente al Sisde, possa nutrire qualche rimorso. Ebbene chiarire, comunque, che Mori appena divenuto direttore del Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica si occupò delle iniziative portate avanti dal terrorismo islamico appena dopo l’attentato del 2001 alle Torri Gemelle di New York. Furono sventate numerose operazioni di cellule estremiste collocate anche in Italia.

“Solo un miracolo può salvarci” ammette il generale nelle ore in cui il mondo, specialmente l’europa, è sotto minaccia dell’Isis. I servizi segreti sono come un’auto sportiva di lusso: non è obbligatorio averla, ma se decidi di comprarla poi devi curarla in ogni dettaglio, devi proteggerla dalle intemperie, devi affidarla alle cure di un meccanico competente e soprattutto devi saperla guidare. In caso contrario, meglio farne a meno”, precisa Mori. “Salvo rare eccezioni del passato, Aldo Moro e Francesco Cossiga, ad esempio, i politici italiani non sanno né vogliono occuparsi dei servizi segreti. Negli Stati Uniti, in Inghilterra o in Francia c’è un rapporto strettissimo tra chi guida il governo e chi guida i servizi, Obama incontra il capo della Cia tutte le settimane, in Italia non accade”.

Il generale è sicuro che:”il governo italiano non ha una posizione strategica. Non l’aveva quando la Francia coordinò l’azione militare contro Gheddafi per mettere le mani sul petrolio libico e non l’ha oggi. Nessuno sembra preoccuparsi di quel che potrà o dovrà accadere dopo“. Quindi la stoccata alla politica:”Quando ero al Sisde mi confrontavo con la signora Manninger, capo del servizio britannico MI5. Era bravissima anche perché nata e cresciuta all’interno del servizio. Vede, questo non è un mestiere qualsiasi, per farlo bene devi acquisire una forma mentis, un istinto. Occorre una vita. E infatti nei sistemi che funzionano c’è continuità nei vertici dei servizi segreti“. 

ZdO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia