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Finite le elezioni partite le trattative. Gli eletti sudano già sette camicie per dare un governo alla nazione. Nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Destra e sinistra sono convinti che Grillo porterà l’Italia al fallimento. Siamo sicuri?

Prendi una bella mattinata di sole, una smart, una città come Pescara e un pò di sana allegria dovuta al post-elezioni. Condisci con la voglia di fare bene il proprio lavoro raccontando della politica regionale all’indomani delle elezioni politiche. Fin qui tutto bene. Poi però se ti accorgi di trovarti nel comitato elettorale di Gaetano Quagliariello il mondo d’un tratto ti cade addosso e diventa buio. cerchi disperatamente una via d’uscita ma trovi solo la dentiera di Razzi che ti sorride e a quel punto ti accorgi che la tua vita è finita. Nonostante tutto decidi di andare avanti e con gran forza accetti di entrare nella stanza del brivido scoprendo intorno a te personaggi del calibro di Albore Mascia, Filippo Piccone e Paola Pelino. Gli esponenti pdiellini, insieme al presidente della Regione Gianni Chiodi esprimono, in una sala gremita di amici e parenti, la loro soddisfazione per l’ottimo risultato elettorale riportato in Abruzzo. Ed effettivamente a leggere i dati c’è da scompisciarsi dalle risate. Il Pdl, nella circoscrizione abruzzese della Camera, ottiene il 23,8% e manda, nelle poltrone romane e in ordine di apparizione, Filippo Piccone, Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano. Roba da non credere. I tre ex-senatori smollano il Senato e si accampano per i prossimi cinque anni alla Camera. Come non comprenderli i nostri belli deputati, d’altra parte il lavoro fisso annoia, come dice il mitico guru delle banche mondiali tale Mario Monti. Cambiare palazzo, assicurandosi pensioni e stipendio, è il massimo. E chi manda in Senato al posto dei tre geni della politica locale il Pdl? Per rimpiazzare i posti vacanti Silviuccio fa eleggere Gaetano Quagliariello, Antonio Razzi, Paola Pelino, Antonio Razzi e Federica Chiavaroli. Facciamo commenti? Meglio di no. L’operaio svizzero finalmente ottiene la soddisfazione di organizzare le partite di tennis in Abruzzo con i suoi amici di Giuliano Teatino e il suo amico premier bulgaro. Tutti contenti e soddisfatti. E il Pd? Il Pd ha già chiaro in mente cosa fare: un accordo con il Pdl. E te pareva. Giovanni Legnini, che passa dal Senato al Camera perché anche lui si stava annoiando, ha le idee chiare: impossibile l’accordo tra Grillo e il Pd, impossibile l’accordo tra Grillo e il Pdl, quindi non rimane che un accordo tra il Pd e il Pdl. Ammazza che strategia! Roba da far leccare i baffi a “baffetto”. La sintonia del Legnini-pensiero è sposata da quel gran Pidiellino di Piccone che ha abbracciato in tutti i sensi il suo collega del Pd. 

Mentre eravamo intenti a capire cosa ci facesse Giovanni Legnini a pochi passi dalla sede elettorale di Quagliariello, “Sorriso triste” (Legnini) e sorriso allegro (Piccone) si sono pomiciati in un abbraccio da pelle d’oca al centro di piazza salotto a Pescara. “Sorriso triste” ha ribadito di aspettare ordini dai «capi di Roma» per muoversi. Siamo sicuri? A noi è parso il contrario. 

 

di Antonio Del Furbo

 

 

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