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Dura la vita da ministro. Durissima. Dura starsene in spiaggia, al sole e farsi massaggiare i piedi da qualche filippino. D’altronde c’è poco da fare, il protocollo da seguire, per un ministro della Salute, è molto dettagliato. 

Dura la vita da ministro. Durissima. Dura starsene in spiaggia, al sole e farsi massaggiare i piedi da qualche filippino. D’altronde c’è poco da fare, il protocollo da seguire, per un ministro della Salute, è molto dettagliato. Sole, spiaggia, bagno, massaggio filippino ai piedi e, rigorosamente, senza scontrino. Che vorrà più dalla vita il ministro della Salute? Magari rilassarsi in uno di quei bei salotti romani che, sia a lei sia all’ex ministro Maurizio Sacconi e consorte, piace frequentare. La diplomata classica, che ovviamente si occupa di salute, Letta l’ha nominata ministro il 28 aprile 2013 ben te giorni dopo l’anniversario di liberazione. Sarà un caso? Chissà. Il ministro o, per dirla alla Boldrini, la ministra ombra di qualche casa farmaceutica, pare non preoccuparsi molto dello stato di salute degli italiani. Soprattutto, la ministra, non si capisce cosa stia facendo su temi caldi quali, ad esempio, ‘Stamina’. Si starà consultando con il direttore generale di ‘Farmindustria’ Enrica Giorgetti, sua fraterna amica? Chissà. 

La Lorenzin è il ministro che ha dichiarato che:”Benessere dei bambini deve essere prioritario” e poi però ci sono bimbi che muoiono di SMA. La Lorenzin è il ministro che ha anche nominato i componenti del nuovo Consiglio superiore di Sanità basandosi “su requisiti di altissima professionalità e sulle competenze maturate nelle diverse discipline di interesse per la sanità pubblica italiana”. Talmente di alta professionalità che tra i nomi spunta addirittura quello di Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi. 

Persino il PD nutre dubbi sulla scelta dei nomi del CSS:”Le nostre osservazioni – sottolinea la senatrice Nerina Dirindin capogruppo Pd in commissione Sanità del Senato – riguardano la rappresentanza di genere (sole 3 donne su 40 nomine); la forte caratterizzazione universitaria dei suoi componenti (tre quarti dei componenti), con una significativa presenza di centri di secondo livello; la preponderanza della componente ospedaliera e la quasi inesistenza della medicina del territorio; la disattenzione alle professioni sanitarie. Dire che ci aspettavamo altro da un ministro giovane, donna e con una forte caratterizzazione politica è dire poco. Siamo convinti che sia giunto il tempo di scelte più coraggiose, che guardino al futuro e che riflettano quanto di meglio e più avanzato c’è nel nostro Paese, sia per quanto riguarda la ricerca scientifica che per quanto concerne l’organizzazione sanitaria nel territorio”. Insomma molti nomi legata alla lobby universitaria e nessun medico di ‘strada’. “Sarebbe quindi importante sapere, pur riconoscendo al ministro ampia autonomia di nomina, quali criteri abbiano ispirato la sua scelta, sicuri che un confronto più ampio, anche nelle sedi parlamentari, potrà giovare alle scelte future”, conclude la senatrice Dirindin. 

La Lorenzin, infine, è sempre il ministro che ha dichiarato:”La promozione attiva della salute, dello sviluppo e dell’assistenza al bambino nelle varie fasi dell’età evolutiva ha trovato sempre particolare attenzione nei piani sanitari nazionali e sono convinta che favorire una migliore salute in ambito pediatrico e adolescenziale, unitamente all’incentivazione dei programmi di prevenzione, declinati anche in base al criterio di genere, possa fungere da utile strumento a favore della prospettiva di un futuro migliore per gli adulti di domani”.Caro ministro, con i bimbi malati di SMA come la mettiamo?

di Antonio Del Furbo 


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