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Povero Mauro. Poveri giornalisti. Povera ‘Repubblica’. Mai come in questo caso il paragone cade a pennello tra una nazione a repubblica parlamentare, morta sotto i colpi di pochi a danno di tanti, e un giornale edito dal più grande e potente imprenditore politico. 

Povero Mauro. Poveri giornalisti. Povera ‘Repubblica’. Mai come in questo caso il paragone cade a pennello tra una nazione a repubblica parlamentare, morta sotto i colpi di pochi a danno di tanti, e un giornale edito dal più grande e potente imprenditore politico.


IL NEMICO GIURATO

L’ingegner Carlo De Benedetti, nonché Cavaliere del Lavoro e naturalizzato svizzero, è l’editore del gruppo ‘Espresso-Repubblica’ che ha sostanzialmente usato come mezzo per affondare avversari politici. Destra o di sinistra che siano.

La più grande vittoria, l’ingegnere, l’ha avuta con la lotta ‘armata’ condotta per anni contro il suo nemico giurato: Silvio Berlusconi. 


IL COMPAGNO UMBERTO AGNELLI

Grazie all’ex compagno di banco, Umberto Agnelli, De Benedetti entra in Fiat come amministratore delegato. Primo passo fu quello di nominare manager a lui vicini, talmente tanto vicini che assunse anche il fratello Franco. Peccato, per lui, che gli Agnelli si accorsero della reale motivazione da cui era mosso: quella di scalare l’azienda torinese e poi venderla, probabilmente, a gruppi finanziari elvetici. 


IL DISASTRO OLIVETTI

Correva l’anno 1976 quando il ‘cavaliere svizzero’ rilevò le “Concerie industriali riunite” dai Conti Bocca. Il ‘cavaliere naturalizzato’ trasformò la società in una holding industriale in cui inglobò anche la Olivetti (prima azienda a produrre personal computer nel 1964).

Un’azienda nata a Ivrea nel 1908 grazie a Camillo Olivetti. L’azienda ha sempre messo a segno colpi vincenti tanto che nel 1979, a Cupertino, venne fondata l’Olivetti Advanced Technology Center a pochi passi dalla Apple. Ma non è servito a nulla vista la fine che l’ingegner De Benedetti è riuscita a farle fare.

Anche il suo rapporto con le società è sempre stato da cannibale. Quattro morsi e via. Dalla Fiat se ne andò dopo 4 mesi, dal Banco Ambrosiano dopo 40 giorni. In entrambi i casi se ne uscì con tanti soldi e qualche ombra. Della Olivetti s’è detto. La sua irruzione a Ivrea fu raccontata così: ‘Un esempio di mancanza di stile che rimarrà memorabile, con l’ondata di terrore aziendale che ne seguì, dissipando repentinamente il patrimonio di lealtà organizzativa costruito in decenni. E ciò avvenne con una rapidità impressionante dopo il licenziamento di decine di dirigenti’. Del resto s’è mai visto un raider che si preoccupa della lealtà organizzativa e del futuro dei suoi dirigenti?” si chiedeva all’epoca Mario Giordano.


“DE MALEDETTI”

Sempre Giordano su ‘il Giornale’ scriveva:”All’ingegner De Maledetti, nonostante i fallimenti, è sempre piaciuto dare lezioni sul senso etico dell’impresa e sulla lotta alla disoccupazione. Che è un po’ come se un macellaio volesse dare lezioni sull’importanza di non uccidere i vitelli. Di disoccupati, infatti, De Benedetti, ne ha sempre creati tanti, di lotta alla disoccupazione poca: nato da una famiglia di piccoli imprenditori, ha fin dalla tenera età preferito il coté finanziario a quello produttivo. Mai amato stare fra le macchine, al massimo fra le macchinazioni: scalate, opa, ardite operazioni di Borsa, alchimie da Piazza Affari. Risultato: ha fatto girare molti denari, s’è arricchito, ha fagocitato tanto. Ma che cosa ha costruito? Gli unici mattoni che lascia alle sue spalle sono gli editoriali di Scalfari”.


DUE MILIARDI DI EURO SPARITI

Nonostante il residente svizzero abbia fallito più volte nel mercato imprenditoriale, ci sono giornalisti, come quelli del ‘Sole 24 ore’ che lo fanno parlare su argomenti di cui, probabilmente, non sa nulla.

Nicola Porro osserva:”Chiunque abbia sofferto di coliche sa bene che conviene prendere una massiccia dose di analgesico ai primi segnali di dolore se si vuole evitare una sofferenza acuta e duratura. La stessa cosa accade con la deflazione…». E avanti con consigli, anche allo spirito santo, ma soprattutto ai «policy makers europei e non solo» su come stroncare la bestia deflazionistica.
Cari amici della Confindustria, ma davvero dobbiamo ascoltare le ricette dell’ingegnere? Solo ieri ci avete spiegato che le aziende donate dal medesimo ai figlioli non sanno come restituire alle banche qualcosa come due miliardi di euro.
Ma cari amici del Sole 24 Ore, sul vostro giornale ci spiegate che le piccole e medie imprese non prendono una lira dalle banche, che c’è il credit crunch, e poi fate spiegare al campione del cattivo utilizzo del credito bancario (quei fidi furono dati anche all’Ing) come uscire dalla crisi?
Eddai. Magari qualche vostro associato potrebbe iniziare a fare due più due”.


SORGENIA?

La vera e propria spina nel fianco, attualmente, per De Benedetti è Sorgenia che ha accumulato 1,8 miliardi di debiti totali e un bilancio 2013 che nei soli primi 9 mesi era in rosso per 430 milioni. Il M5s ha scoperto che un emendamento di Scelta Civica alla legge di Stabilità tentò di salvare la centrale turbogas di Turano-Bertonico dal pagamento di 22 milioni di oneri di urbanizzazione. Poi, il Giornale, svelò una proposta per il cosiddetto capacity payment, vale a dire quella sorta di sovvenzione pubblica alle centrali elettriche per garantire la capacità di funzionamento.


IL CDR DOV’ERA?

Ci chiediamo: il Cdr di Repubblica dov’era mentre il loro capo combinava casini?

Appare un po’ strano, a noi comuni mortali che, dopo le dichiarazioni di Grillo su De Benedetti, questi giornalisti (?) si siano svegliati. Capiamo, noi poveri blogger di periferia, che in 20 anni questi professionisti (?) siano stati impegnati a controllare se Berlusconi indossasse il preservativo durante i suoi rapporti, ma almeno uno tra di loro non si è accorto mai di nulla? Strano. Molto strano.

Ora che Grillo dice:”De Benedetti è come Berlusconi, ha i lobbisti in Parlamento” gli ‘scrivani’ si svegliano dal torpore. Buongiorno amici. Cos’avrete mai intenzione di fare ora? Magari appellarvi alla giustizia e far processare anche Grillo? Poveri giornalisti. 

Dice Grillo parlando sempre di De Benedetti:”Detiene mezzi di comunicazione che perdono centinaia di milioni l’anno”. 

Alla domanda del giornalista del ‘Fatto’ su chi sta facendo”i dossier in arrivo dei quali parla Casaleggio” risponde:”I giornali di De Benedetti. Ma lui deve stare tranquillo, perché io vado a Sankt Moritz in pullman. Noi vogliamo fare il politometro se andiamo al governo, per verificare quanto aveva un politico prima di iniziare e quanto ha dopo la carriera. Lo faremo anche sui prenditori: andiamo a vedere le società che sono sparite, chi c’era. Per esempio, vediamo quanti soldi aveva De Benedetti prima dell’Olivetti e dopo l’Olivetti, quando quella società con 70mila dipendenti è sparita. Andiamo a vedere la Telecom di Tronchetti. Ora reagiamo”.

Il Cdr di Repubblica, quindi, non si è occupato nel merito di ciò che ha detto Grillo indagando sulle informazioni rilasciate su De Benedetti, ma si è indignato. Oltre con Grillo con il ‘Fatto’ colpevole di aver messo la notizia in prima pagina. 

“Il Cdr di Repubblica protesta perché alle accuse di Grillo contro De Benedetti è stata data dal Fatto ‘la dignità dell’apertura e del titolo di testata’. Vorrà dire che la prossima volta, prima di mettere in pagina e titolare un articolo che potrebbe essere non gradito ai colleghi e a De Benedetti, ci atterremo al loro giudizio preventivo”.

I giornalisti ‘indipendenti’ fannoo una previsione fosca per tutti gli italiani:”Vorremmo infine dare una notizia a Grillo e a quanti, come lui, vivono con fastidio il giornalismo non genuflesso. Come ogni politico che ha calcato la scena pubblica, Grillo e il suo M5S passeranno. I giornali resteranno. La redazione di Repubblica continuerà a fare il suo lavoro senza lasciarsi né distrarre, né intimidire, né condizionare nel suo giornalismo da chi distilla veleni”.

Vuoi vedere che i ‘dossier’ si trovano su tutti ma è bene ‘sputtanare’ solo chi conviene sputtanare? Vuoi vedere che su chiunque si possa trovare qualcosa da dire? Vuoi vedere che tutti siamo processabili? Vuoi vedere che certa gente questi ci ha preso per culo per decenni con l’informazione?

Intanto pare che 60 giornalisti siano stati licenziati. Tocchiamo ferro e preghiamo.

ZdO



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