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“Prendetevi anche queste”. È quanto recita lo striscione affisso assieme a numerose mutande da CasaPound Italia di fronte al palazzo comunale, per protestare contro la pressione fiscale nel comune frentano.

Chissà come l’avrà presa il sindaco Mario Pupillo l’ennesima iniziativa del Movimento all’indomani della conclusione delle feste settembrine. Festività, a quanto pare, ‘salvate’ dall’iniziativa di commercianti e artigiani che, durante la notte bianca, hanno organizzato spettacoli vari per le strade lancianesi. E proprio a quei piccoli imprenditori che l’amministrazione Comunale pare abbia promesso tasse e sacrifici.

Sulla questione, però, gli amministratori frentani ribadiscono fermamente lo sforzo che ci saranno “Meno tasse per tutti”. Uno slogan che ricorda gli anni del berlusconismo che non molto hanno prodotto per l’Italia. Ma Pupillo assicura:“la manovra fiscale costerà 1 milione in meno a tutti i cittadini”. Le parole magiche sono tre: Tari, Tasi e Imu. Imposte che avranno una sensibile riduzione oltre a sostanziose agevolazioni. 

“A dispetto dei proclami dell’amministrazione comunale – sostiene Cpi -, il 2014 vede un ulteriore aumento della pressione fiscale per gli abitanti di Lanciano. Questa goliardica protesta vuole essere un modo per sottolineare un problema che non può essere ignorato: dopo anni di pesante tassazione e di tagli nei servizi, da parte del governo centrale come del Comune le finanze dei lancianesi sono allo stremo” precisano dall’organizzazione di destra.

Sulla stessa linea anche Manlio D’Ortona, consigliere di opposizione al Consiglio comunale di Lanciano che, facendo riferimento a “tutte le tasse, quindi Imu, tassa rifiuti, addizionale Irpef e Tasi”, registra addirittura “un aumento, nell’ultimo anno di quasi 650mila euro.

Le mutande di Cpi servono per ricordare che “dopo aver già imposto ai lancianesi di pagare la mini-IMU a inizio anno, la giunta Pupillo mantiene particolarmente alta la pressione fiscale stabilendo per la TASI, la nuova tassa sui ‘servizi indivisibili’, l’aliquota del 2,7 per mille, più alta a città quali Roma o Milano, mentre la tassazione su seconde case, fabbricati e terreni agricoli resta sempre su valori elevati”. Una scelta che “colpisce la vita economica della città, già gravata da anni di crisi.”

ZdO

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