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Mentre il mondo intero è concentrato sul pettegolezzo delle intercettazioni telefoniche e sulle dimissioni del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, accade qualcosa che passa in sordina.

Mentre il mondo intero è concentrato sul pettegolezzo delle intercettazioni telefoniche e sulle dimissioni del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, accade qualcosa che passa in sordina.

Le 185 palazzine tirate su in fretta e furia nella periferia aquilana per far fronte ai ventimila terremotati del 2009, stanno continuando a cadere a pezzi. Già nel 2010 gli isolatori sismici erano fallati, i riscaldamenti rotti e, sulle mura,  grosse infiltrazioni d’acqua. “Sono evidenti segni di deterioramento degli edifici che sono inaccettabili” scrivevano i tecnici del Comune nella relazione. La procura dell’Aquila aprì un’inchiesta e scoprendo che duecento isolatori si stavano sbriciolando. 

Per questi fatti, pochi giorni fa, il giudice del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha condannato ad un anno di reclusione Mauro Dolce, responsabile del procedimento del progetto C. a. s. e., accusato di frode nelle pubbliche forniture.

ZdO

 


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