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L’8 marzo è una festa che pian piano è stata spogliata del suo significato e, probabilmente, tra qualche anno non ci sarà più. Eppure la giornata internazionale della donna era nata con un profondo senso di rispetto verso la creatura più divina: la donna.

L’8 marzo è una festa che pian piano è stata spogliata del suo significato e, probabilmente, tra qualche anno non ci sarà più. Eppure la giornata internazionale della donna era nata con un profondo senso di rispetto verso la creatura più divina: la donna.

LE ORIGINI

La giornata dell’8 marzo si associa, ormai da decenni, alla festa della donna. La prima celebrazione fu tenuta nel 1909 negli Stati Uniti per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne. Solo 13 anni dopo, nel 1922, arrivò in Italia. 

LA MIMOSA

Il fiore fu scelto perché rinasce proprio a marzo. L’idea fu di tre donne: Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.

LE MONDINE

Rappresentano la più bella fotografia della condizione della donna di quegli anni. Le mondine erano lavoratrici stagionali delle risaie con il compito di proteggere le delicate piantine del riso dallo sbalzo termico tra il giorno e la notte, durante le prime fasi del loro sviluppo. 

Le giornate le passavano con i piedi nell’acqua fino all’altezza delle ginocchia, con la schiena curva per togliere le erbacce che limitavano la crescita delle piantine di riso. Due mesi, maggio e giugno curvate su se stesse a lavorare e cantare.

http://www.youtube.com/watch?v=bqiqWJFDobU

La semplicità, l’allegria, il rispetto. Queste le caratteristiche di quelle donne che passavano intere giornate al sole a lavorare e a cantare. Erano quelle donne che partivano dall’Emilia-Romagna, dal Veneto e dalla Lombardia e arrivavano nelle risaie delle province di Vercelli, Novara e Pavia. 

Orari di lavoro lunghissimi e retribuzioni bassissime. Grande solidarietà e grande umanità che hanno generato vere e proprie donne. Oggi rimangono quei canti, quegli stornelli, intonati per nascondere il dolore della lontananza dalle famiglie, dagli amori e dai propri cari. 

IL CORO DELLE MONDINE

http://www.youtube.com/watch?v=3zd8olkj2Ow

COSA RIMANE DI QUEL TEMPO

Di quel tempo non rimane nulla. Forse. Oggi parlare della festa della donna può rappresentare, per qualcuna, un’offesa. Si rischia di essere falciati e forse denunciati da qualche femminista sfuggita ai moti sessantottini. Guai a parlare di diritti delle donne. Guai a parlare di mimose. Guai a parlare di rose. Soprattutto rosse.  

SCIUR PADRUN DA LI BELI BRAGHI BIANCHI 

http://www.youtube.com/watch?v=KGMs3RmuY5g

E se dicessimo che quelle sono le donne che noi vorremmo rivedere? Potremmo rischiare qualche querela. Noi vorremmo ritrovare quelle donne che cantava Bertoli in ‘Rosso colore’ oppure le donne celebrate da de Gregori. 

 http://www.youtube.com/watch?v=WD8cHkI8axI

 Ma anche quelle che, senza perdere la loro femminilità, cantano ‘Bella ciao’.

 http://www.youtube.com/watch?v=h2csvJzGX3A


Le mondine


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