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Nonostante l’accusa fosse stata pesantissima, ovvero di prostituzione minorile e pedopornografia, il Palazzo di giustizia ha tenuto la notizia riservata.

Pare che il giudice fosse uomo irreprensibile e dal pugno duro. Specie durante tutta la sua carriera conclusasi due anni fa con il pensionamento. E oggi, a 73 anni, l’ex magistrato è finito in un’inchiesta e accusato di adescare minorenni elargendo somme di denaro. Le preferenze dell’uomo erano minorenni romeni e nordafricani che si trovavano nelle stazioni ferroviarie.

Del magistrato non si conosce il nome ma di lui si sa che è stato giudice civile e penale in una piccola città lombarda. Un’inchiesta partita da Roma quando venne trovato in un telefono di un ragazzino il numero dell’ex toga. Da lì partono pedinamenti e intercettazioni fino a quando la Polfer sorprende in flagranza di reato l’ex magistrato mentre in una camera d’albergo in prossimità della stazione ferroviaria sta per compiere atti sessuali con un 16enne di origine romena.

Dall’inchiesta si apprende che a fare da tramite tra la toga e il ragazzino ci fosse stato lo zio del 16enne, un romeno di appena 20 anni, che in cambio di 50 euro procurava i minori.

L’ex togato ha ammesso di avere impulsi verso visi fanciulleschi ma di aver cercato sempre e solo maggiorenni. Per ciò che riguarda i soldi dice di essersi affezionato ai ragazzini e di avergli dato soldi per il permesso di soggiorno. Al 20enne, invece, 500 euro affinché raggiungesse la Romania.

E poi c’è da chiedersi per quale motivo un parroco accusato di molestie telefoniche ma poi assolto può essere sbattuto in prima pagina con foto, nome e cognome e di un magistrato arrestato per pedofilia non si può sapere nemmeno il nome. Strana cosa la giustizia terrena.

 

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