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Cento i carabinieri che stanno ancora operando su tre città. Le unità cinofile stanno setacciando Napoli, Teramo ed Ascoli Piceno arrestando i responsabili di un grosso giro di traffico di cocaina con l’aggravante del metodo mafioso.

Cento i carabinieri che stanno ancora operando su tre città. Le unità cinofile stanno setacciando Napoli, Teramo ed Ascoli Piceno arrestando i responsabili di un grosso giro di traffico di cocaina con l’aggravante del metodo mafioso.

Le misure di custodia cautelare sono state emesse dalla Dda dell’Aquila nei confronti di 14 componenti napoletani e teramani. L’organizzazione si muoveva sull’asse Napoli-Teramo con destinazione dello smercio la costa teramana. L’operazione è iniziata alle 5 di stamane. I carabinieri di Teramo, nel corso dell’attività investigativa durata oltre un anno, hanno già arrestato 21 corrieri e sequestrato oltre 8 chili di stupefacenti, anche all’estero. Sarebbero 25 i chili di droga trasferiti dall’organizzazione criminale. 

Le indagini (che hanno interessato anche l’estero) sono durate un anno e mezzo durante i quali sono stati intercettati ventuno corrieri della droga portando al sequestro di otto chili di cocaina per un totale di circa 25 chili di droga che da Secondigliano e Scampia, nel Napoletano, arrivavano al Teramano e da qui anche ad Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. 

“Game Over”, da cui prende il nome l’operazione, era la frase che solitamente ripeteva il presunto capo del sodalizio quando una partita di droga veniva sequestrata. 

 Gli arrestati accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti sono Gennaro Di Costanzo, 38 anni, per i carabinieri al vertice dell’organizzazione, residente a Martinsicuro. Inoltre, Carmine Pietropaolo, Antonio Manzo, Aldo, Raimondo e Ines Buonavoglia. Ai domiciliari, Donatella Mancini residente a Colonnella, Patrizio Andolfi, Anna Maria Buonavoglia, Immacolata Odierno, Antonietta Di Giorgio, Andrea Iozzi e Francesco De Luca. Ad alcuni di loro (in primis il capo) viene contestato l’aggravante del metodo mafioso. All’operazione, coordinata dal colonnello Giovanni Tosti, hanno partecipato in primis i carabinieri del reparto operativo diretti dal capitano Nazario Giuliano con il supporto dei colleghi della compagnia di Alba Adriatica diretta dal pari grado Raffaele Iacuzio. Sono in totale 72 le persone indagate. La cocaina sequestrata ha un grado di purezza dell’80%. 

Nessuno degli arrestati è appartenente alla criminalità organizzata, ma per tre di loro tra i quali spicca il vertice dell’associazione, è stata contestata la contiguità alla camorra degli scissionisti. A tutti i responsabili è stata contestata l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del cosiddetto metodo mafioso. L’indagine ha consentito di delineare la struttura organizzativa di un sodalizio, con al vertice Di Costanzo contiguo al clan camorristico ‘Amato-Pagano’, in grado di approvvigionare consistenti quantitativi di cocaina, reperendola nella zona di Melito di Napoli e di Secondigliano, per poi trasferirla nel territorio aprutino e piceno, al fine di commercializzarla lungo la fascia costiera. Di Costanzo, arrestato a Barcellona nel 2005 con il capo degli scissionisti Amato Raffaele, nel 2012 si era trasferito sulla costa adriatica, verosimilmente per sfuggire alla violenta spaccatura riscontrata in quel periodo tra gli stessi scissionisti con il gruppo ‘Vanella-Grassi’, stabilendo la propria dimora, in un primo momento a Martinsicuro (Teramo), dove aveva aperto una rivendita di mozzarelle, e successivamente a San Benedetto del Tronto, dove si è definitivamente radicato. L’associazione era strutturata su un secondo livello operativo costituito da costituito da collaboratori, con incarico di organizzare i trasferimenti dello stupefacente per la successiva immissione della droga sul mercato, prevalentemente delle cittadine della costa adriatica, laddove veniva spacciata da decine di altri personaggi che la cedevano al dettaglio quale braccio terminale dei tentacoli di uno stesso programma criminale. Il sodalizio si mostrava particolarmente efficace nel cambiare i metodi di trasporto e occultamento dello stupefacente ad ogni sequestro operato dagli investigatori;nella predisposizione dei carichi mediante ordinazioni sino al dettaglio, lo smistamento e la consegna della droga (anche ad imprenditori affermati delle due province); nel reinvestimento dei proventi illeciti in attività  commerciali su Teramo ed Ascoli (prodotti caseari, abbigliamento e rivendite di autoveicoli) già  individuati e censiti; attivita’  di supporto agli associati, dopo l’ arresto (avvocati e mantenimento delle loro famiglie). L’associazione oggi disarticolata, comunque, non ha replicato nel Teramano e nell’Ascolano i caratteri di quella di stampo camorristico, tipica delle regioni ad alto indice di criminalità. Il grande quantitativo di droga avrebbe fruttato all’intera struttura criminale un introito di circa un milione e mezzo di euro triplicabili al dettaglio. 

ZdO


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