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Antonello Nicosia, arrestato lunedì perché ‘appartenente’ al clan Messina Denaro, non era soltanto il collaboratore della deputata Giusy Occhioniero, ma era riuscito a infiltrarsi anche all’università di Palermo, al dipartimento di Scienze Psicologiche.

Lì, Nicosia teneva seminari sul tema dei diritti dei detenuti. E se ne vantava pure come riferiscono le intercettazioni di Guardia di finanza e Carabinieri. L’unico obiettivo di Nicosia era avvicinare i boss più vicini al superlatitante, per veicolare messaggi riservati.

“Mi sento offesa – dice Maria Garro, attivissima ricercatrice del Dipartimento – un collega me l’aveva presentato come persona preparata e affidabile, in quanto presidente di un’associazione che si occupa dei diritti dei detenuti. Sapevo che aveva avuto dei guai giudiziari, ma non immaginavo fossero così gravi”. Nicosia ha una condanna a 10 anni e 6 mesi per traffico di droga, ma evidentemente nessuno all’università gli ha chiesto il curriculum. E con grande facilità era salito in cattedra a fare dei seminari. Uno l’aveva organizzato sul caso di Giuseppe Gulotta, rimasto per 22 anni in cella da innocente, accusato della strage della casermetta di Alcamo Marina.

“Ma ormai da tempo quella collaborazione si è interrotta”, spiega ancora la docente, che oggi dice di essere “parecchio amareggiata per quanto accaduto”: “Quella persona ha offeso non solo me, ma tutti gli studenti e le persone che invito nella mia aula per rendere testimonianza del loro impegno: esponenti delle forze dell’ordine e familiari delle vittime della mafia. Il mio compito, nell’ambito di ‘Psicologia giuridica’, è quello di preparare gli allievi ad operare nelle carceri. Sono arrabbiata, offesa – dice la ricercatrice – e chiedo scusa agli studenti che hanno partecipato a quei seminari, immagino che dopo aver letto la notizia dell’arresto di Nicosia si siano sentiti disorientati. Chiedo scusa anche ai genitori di quei giovani, che hanno affidato i loro figli all’università”.

 

Di admin

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