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Nel giro di poche settimane arriva una nuova richiesta di archiviazione per il padre dell’ex ministro delle Riforme.

Nell’ambito dell’inchiesta sull’ex Banca Etruria, in cui si contestava a Pierluigi Boschi il reato di bancarotta fraudolenta per per una liquidazione da 700.000 euro all’ex dg dell’istituto di credito Luca Bronchi, si attende la decisione del gip di Arezzo. La liquidazione era stata approvata dall’ultimo cda guidato da Lorenzo Rosi, di cui faceva parte come consigliere Pierluigi Boschi.

Banca Etruria: archiviazione per Pierluigi Boschi

I magistrati guidati dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi non ha ravvisato elementi contro Boschi che, a febbraio scorso, gli era stata già archiviata l’accusa di falso in prospetto. Se venisse accolta la nuova richiesta di archiviazione, Boschi, dal 2011 consigliere di Bpel e dal 2014 vice presidente fino alla messa in risoluzione del 22 novembre 2015, vedrà cadere tutte le contestazioni penali ipotizzate nei suoi confronti. A rimanere in piedi solo l’azione di responsabilità promossa dal liquidatore Giuseppe Santoni e le sanzioni elevate da Banca d’Italia.

Nell’ultimo consiglio della Banca venne deliberata una liquidazione milionaria all’allora direttore generale. In quella riunione, tutti i componenti del cda si espressero a favore della liquidazione, con un solo astenuto. Alcuni mesi dopo, nel febbraio 2015, la banca venne commissariata e, un anno dopo, dichiarata insolvente con trasmissione degli atti dal Tribunale fallimentare alla procura di Arezzo. Quindi venne aperto un fascicolo per bancarotta fraudolenta.

Di admin

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