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L’ultimo consiglio provinciale, diciamo la verità, ha instillato in molti un senso di vuoto con un’aggiunta di nostalgia. Vederli tutti lì i rappresentanti del popolo a sbrigare le ultime commissioni con la lacrimuccia che scendeva dal viso, non è stato un bello spettacolo. Comunque le stanze della Provincia rimarranno ancora aperte per via degli intoccabili: ovvero dei dipendenti che continueranno a pesare suulle tasche degli italiani. E per far fare bella figura all’Ente il Segetario generale, Angelo Radoccia, invia una ‘romantica’ lettera agli intoccabili.

“Gentilissimi lavoratrici e gentilissimi lavoratori della Provincia di Chieti” si legge nella comunicazione “come ben sappiamo, questo momento di difficile rappresentazione del nostro Ente agli occhi della opinione pubblica è reso ancora più critico dalla gravosa situazione dei conti che impedisce, di fatto, lo svolgimento delle attività che maggiormente ci caratterizzano presso l’utenza”. Radoccia spiega che:”Quotidianamente, giungono segnalazioni e lamentele, purtroppo ben fondate, da parte dei cittadini, a causa della mancata manutenzione delle strade e delle scuole di competenza, con particolare riferimento allo sfalcio dell’erba”.

Quindi l’invito del Segretario ai dipendenti:”Vi rivolgo un accorato appello, affinché diamo un segnale di speranza, di impegno, per dire a tutti che NOI ci siamo! Che le lavoratrici ed i lavoratori della Provincia di chieti ce la mettono tutta e scendono in campo, in prima persona, senza badare ai livelli, alle mansioni, senza alcun tornaconto”.

La richiesta termina con un ‘duro’ messaggio’:”Vi chiedo di dare la vostra disponibilità, garantendo io per primo la mia, per eseguire, gratuitamente, come attività di volontariato, al di fuori dell’orario di lavoro, il sabato mattina, i lavori di sfalcio dell’erba sulle strade e nelle aree pertinenziali delle scuole”. Quindi la precisazione sul trattamento economico:”Resta inteso che tali attività non saranno considerate in alcun modo prestazioni lavorative e che non daranno luogo a riposo compensativo e/o straordinario. Sarà una mera attività di volontariato con finalità sociali, per mostrare che, al di là dei luoghi comuni, è fortissimo il nostro senso di appartenenza, il legame con questa istituzione che sentiamo nostra e per la quale siamo disposti a spendere il nostro tempo e la nostra fatica”.

Attendiamo con trepidazione se il messaggio in ‘bottiglia’ sortirà effetto nei cuori dei dipendenti pubblici della Provincia di Chieti. Radoccia però dimentica che lui insieme al resto della truppa pagata con soldi pubblici, fanno parte di un ente cancellato dal governo. Per dirla chiaramente al Segretario: le Province, compresa quella di Chieti, non esistono più. Non si capisce, quindi, cosa significa voler dimostrare il senso di appartenenza ad un ente territoriale che in realtà è sparita. Mi sembra che Radoccia parli di imprese eroiche che all’atto pratico non servono a niente. È come se, ad esempio, un dipendente di una delle tante aziende chiuse nell’area di Chieti scalo, si rechi tutte le mattine nella sede abbandonata per dimostrare l’attaccamento all’azienda che, nel frattempo, ha chiuso scappando all’estero.

Se i cittadini sapessero, ad esempio, che la Provincia di Chieti ha più di 300 dipendenti che costano alla collettività intorno ai 12milioni di euro l’anno credo che si ponessero il dubbio sull’opportunità di mantenere questa montagna di dipendenti. 

Purtroppo siamo la nazione in cui non decidono i politici eletti democraticamente ma bensì sindacati, associazioni, corporazioni, banche e magistrati.

Antonio Del Furbo

 

 

 

 

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