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La cronaca ha già archiviato la triste storia di Giovanni Bianchi, il sedicenne di Lavagna trovato in possesso con pochi grammi di hashish, e che si è suicidato gettandosi dalla finestra in seguito a una perquisizione della Guardia di finanza. Oggi rimangono dubbi e le dichiarazioni shock di chi quel blitz lo ha ordinato ed eseguito.

“Con il senno di oggi, rifarebbe quel blitz? “Umanamente dico di no. Col senno di poi immaginerei sicuramente un intervento diverso, con un supporto psicologico presente in casa. Penserei a una soluzione alternativa, ci sto ragionando tutti i giorni. Conoscendo l’esito tragico di quel servizio, adesso dico che era meglio non farlo”.

A pensarla così sulla vicenda è Renzo Nisi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Genova che ha gestito la perquisizione nell’appartamento di Bianchi. Poi Nisi aggiunge:

“Se un cittadino ci chiede aiuto, dobbiamo aiutarlo nel miglior modo possibile. Nel caso del ragazzino siamo intervenuti con tutte le cautele del caso, predisponendo una squadra speciale per l’occasione, composta da padri di famiglia che sapessero bene come approcciare un giovane. Erano tutti militari in grado di creare un ambiente meno traumatico possibile. Abbiamo fatto in modo che nell’abitazione ci fosse la madre con il compagno”.

Intanto, un ragazzo si è buttato dal balcone ed è morto davanti agli occhi della madre, mentre in finanzieri perquisivano la casa. Per 10 grammi di hashish.

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