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Eccone un altro. Morto suicida. Ancora. Nell’indifferenza generale uomini e donne si tolgono la vita per una colpa dello Stato. Questa volta un pensionato. Qualche settimana fa un giovane. Ancora prima decine di imprenditori. Uomini e donne con i loro affetti, i loro amori, i loro sogni.

Eccone un altro. Morto suicida. Ancora. Nell’indifferenza generale uomini e donne si tolgono la vita per una colpa dello Stato. Questa volta un pensionato. Qualche settimana fa un giovane. Ancora prima decine di imprenditori. Uomini e donne con i loro affetti, i loro amori, i loro sogni. Persone che le regole di uno Stato hanno eliminato. Uomini uccisi da altri uomini. Quegli uomini “con anime, sottili come lamine, taglienti come il crimine”. Gli eroi, pochi, continuano ad andare avanti. L’oppressore è lì, sempre lì. Ha i suoi gendarmi che manda ad estorcere denaro e tasse quando la sete di sangue diventa irrefrenabile. A centinaia si contano le vittime. Vittime che si buttano dai ponti. Dai palazzi. Vittime che mettono le teste in buste di plastica. Vittime che si sparano in faccia con un fucile calibro 12. Questa volta è toccato ad un 70enne di Elice in provincia di Pescara. Equitalia gli ha annunciato, in una lettera il pignoramento, della casa. Lui, pensionato e separato, non ce l’ha fatta. In quel momento nessuno gli era vicino per dargli una parola di conforto. Una pacca sulle spalle. Un caffè per tirarlo su. Il figlio viveva con la madre. Chissà cosa avrà pensato quell’ex operaio di Montefino (Teramo) un attimo prima della morte. Lui che per una vita ha lavorato per farsi quella casa a Sanremo e che Befera & C. gli porteranno via. Perché i bastardi, dipendenti e presidenti, manager e impiegati hanno voluto questa morte. L’hanno creata. L’hanno ottenuta. Non c’è più tempo per limitare le parole. I bastardi hanno nomi e cognomi. Equitalia. Governo. Forze dell’ordine. Tutti. Indistintamente. Per il sindaco del paese, Gianfranco De Massis, l’uomo si sarebbe tolto la vita per via della “solitudine, nel senso che quando tornava a casa la sera era solo e non ce la faceva ad affrontare la sua situazione, i suoi problemi, personali ed economici”. Speriamo che De Massis, sindaco di Elice, abbia pronunciato le parole così giusto per rilasciare una dichiarazione alla massa di giornalisti che sulle tragedie ci si pagano i mutui. Se De Massis, invece, avesse detto tali parole spontaneamente allora sarebbe grave. Grave che un sindaco faccia passare in secondo piano una tragedia di queste dimensioni. Molto grave. Gravissimo. I responsabili ci sono in questa come nelle altre vicende ma De Massis, forse, lo ignora. Domani rimarremo da soli a parlare dello strozzinaggio di Stato. La notizia è oggi, per tutti i viscidi dell’informazione, e basta. Domani è un altro giorno. Ma non per noi. R.I.P.   

 

 


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