Spread the love

Dunque ci siamo. Alle prossime elezioni regionali in Calabria, previste per il 23 novembre, pare voglia partecipare anche la criminalità organizzata. Quella, per intenderci, che spara e uccide. La stessa che da oltre un secolo tiene sotto scacco il Sud.

La ‘ndrangheta cresce e si espande ‘alla maniera’ di al Qaeda, con un’analoga struttura tentacolare priva di una direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica, di una vitalità che è quella delle neoplasie, e munita di una ragione sociale di enorme, temibile affidabilità.”

Con queste parole Francesco Forgione, Presidente della Commissione Antimafia tre il 2006 e il 2008, definì il più grande tumore calabrese. Ed è lo stesso cancro che ha stretto accordi con la massoneria deviata e con lo Stato per mezzo dei santisti, ovvero l’anello di congiunzione tra l’apparato criminale e il mondo esterno spesso rappresentato dalla politica. 

Non stupiscono, quindi, le parole del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, il quale sostiene che:”La ‘ndrangheta ancora comanda e controlla il territorio in modo così pressante da condizionare il voto.” De Raho si sforzerà per le prossime elezioni in Calabria di “sostenere il voto libero con controlli frequenti che possano consentire al cittadino di esprimersi liberamente e di ostacolare forme di condizionamenti e di intimidazioni da parte della ‘ndrangheta”. E non stupiscono nemmeno le parole di Claudio Favavicepresidente della Commissione Antimafia, che arrivano dopo l’audizione del procuratore in commissione. La cosa interessante, però, è che la Commissione “ha deciso di ripensare e rivedere il Codice di deontologia elettorale da sottoporre ai partiti” inasprendo “quello che già prevedeva il vecchio Codice deontologico approvato dalla precedente legislatura.”

Ce la farà la Commissione a farla approvare entro la prima metà di ottobre per dare un segnale forte ai calabresi? Conoscendo i tempi della politica la risposta non può che essere negativa. 

Rosy Bindipresidente dell’Antimafia, è certa che il passo si farà e si procederà al rafforzamento del codice etico già dalla prossima settimana. Un sistema che “smuoverà le coscienze per far sì che i candidati scelti siano onesti e non vogliano quindi i voti della ‘ndrangheta” ha aggiunto la Bindy. Dunque regole ferree per la presentazione delle liste e dei nomi. 

Il mandamento tirrenico ha circa 16 ‘‘ndrine tra cui gli Alvaro, i Rugolo-Mammoliti, i Bellocco-Pesce e i Cacciola. Speriamo che la politica non dimentichi con chi ha a che fare.

ZdO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia