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Firmato l’accordo in Provincia a Chieti nel completo silenzio mediatico.

Brutta bestia l’informazione del nuovo millennio, specie quella fatta nei tg. Nelle redazioni si trova di tutto: giornalisti, faccendieri, veline, segretari aggiunti di partito e, soprattutto, inetti. La cosiddetta macchina politica del “fango” è sempre lì pronta a fare fuoco sul nemico non appena il comandante “flebo” dà l’ordine. A quel punto non c’è Ordine dei giornalisti o dignità che tenga: si fa fuoco e basta. Lo “sputtanamento” ad personam o ad aziendam è cosa normale specie se c’è da mirare il politico con in mano “letti” da distribuire: lì poi i cosiddetti diventano proprio amari. Insomma, il giornalismo fatto da dipendenti che “non devono chiedere mai”, oggi è in crisi e le aziende più grandi, spesso, sono le prime a pagarne le conseguenze. In Abruzzo, l’unica tv degna di rispetto da vari punti di vista, è Rete 8. Da tempo immemore l’emittente e nel corso degli anni ha sempre garantito assunzioni e posti di lavoro. Per intenderci, non è stata una di quelle aziende che si definisce “pubblica” quando deve prendere i contributi e “privata” quando deve assumere personale. Oggi però Rete 8 pare sia arrivata al capolinea. Da questa mattina, con una sorta di rotazione non ben definita, gli editori manderanno alcuni dipendenti in cassa integrazione. Nel mirino ci sono gli amministrativi e i tecnici. O meglio: alcuni amministrativi e alcuni tecnici. La precisazione è dovuta in quanto, parrebbe, che alcune unità dei rispettivi settori non siano stati toccati da questa decisione. Tra l’altro, in base alle nostre informazioni, la proprietà non ha diffuso nessuna ulteriore nota né si è preoccupata di organizzare un incontro con i dipendenti che, ad oggi, sarebbero all’oscuro delle future scelte aziendali. Una rete d’informazione in cui gli editori non comunicano con i dipendenti è quantomeno strano. La cosa più strana però è il completo silenzio della stampa locale sull’argomento: nessun quotidiano e nessuna emittente (radiofonica e televisiva) ha dato la notizia. Inoltre, per quello che ne sappiamo noi, né l’Ordine dei giornalisti né l’Assostampa hanno diffuso una nota. Perché tutto questo silenzio? Scavando ancora a fondo sull’argomento ci siamo accorti che nessun comunicato è stato diffuso a mezzo stampa dai giornalisti né sul Tg8 né su Rete 8news24. Ricordiamo, tra l’altro, che la rete all news, inaugurata qualche mese fa, ha visto l’ingresso di un nuovo soggetto televisivo: La.tv. La rete, capitanata da Carmine Perantuono e Tony Zitella, ha usufruito da sempre della redazione giornalistica di Rete 8. L’operazione fu fatta all’epoca per consentire l’ingresso di nuovi capitali provenienti dal gruppo delle Cooperative ma che, stando alle nuove indiscrezioni, non sarebbero mai arrivati. In effetti i dipendenti de La.tv che seguirono Perantuono e Zitella a Rete 8 news24 avanzerebbero stipendi arretrati di dieci mesi. Com’è possibile che tutto questo sia rimasto segretato? Probabilmente l’operazione societaria non portando capitali ha appesantito la situazione finanziaria di Rete 8 che è stata costretta ad avviare la fase della cassa integrazione. La strategia potrebbe essere quella di licenziare parte del personale tecnico, giornalistico e amministrativo lasciando la rete all news in mano a La.tv. La vicenda è inquietante e a tratti spaventosa per la semplice omertà che vi regna intorno. Sarà che molti tra i giornalisti della rete abituati per anni a non prendere posizioni e ad essere allineati e coperti si ritrovano a dover affrontare una situazione pesante non sapendo che pesci pigliare. Sarà forse che ognuno dei dipendenti, come in una gara sportiva, è convinto di rimanere nelle grazie del “padrone” e si cura l’orticello proprio. Certo è che considerando il livello medio di qualcuno che ci ha definiti un anno fa “Raccontatori di balle”, è facile pensare che il “clinico” stia operando la strategia del “DIvide et impera”. Ma questa, per alcuni dei dipendenti di Rete 8, è da spiegargliela a parte.

 

di Antonio Del Furbo

 

 

 

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