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Per un Di Mattia, ex sindaco di Montesilvano, che impone ad ogni costo il ras del rifiuto Tradeco, c’è un Capacci, sindaco di Imperia che conduce una guerra aperta contro la famiglia dei Columella. Anche nella città ligure l’azienda non paga né fornitori né dipendenti.

 

“Stiamo valutando l’opzione della messa in mora della Tradeco” annunciava qualche settimana fa il sindaco di Imperia, Carlo Capacci, esasperato dalle continue polemiche relative al servizio di raccolta rifiuti gestito dalla società pugliese di Altamura. 

“Capisco che ci siano delle difficoltà nella realizzazione dell’appalto, capisco che ci siano state delle inadempienze dei Comuni, capisco tutto, ma adesso è ora di finirla. Il servizio deve funzionare alla perfezione così come da contratto”. Tradeco rischia quindi di vedersi ritirato l’appalto.

 

INADEMPIENZA NATIVA

Parole di fuoco quelle del sindaco contro l’azienda:”C’e un’inadempienza nativa:”esistono problemi gravi presso il centro di raccolta di Pieve di Teco, il centro di raccolta di Artallo, poi ci sono tutti i Comuni che ad oggi sono inadempienti per quanto riguarda il pagamento del servizio”. Capacci continua:”Ci sono alcuni Comuni che non hanno mai pagato niente, altri che hanno optato per un’autoriduzione il compenso in maniera arbitraria. La stazione appaltante di Imperia, invece, ogni mese manda, tramite il Dec, a tutti i Comuni un estratto che contiene quanto deve essere trattenuto a titolo di penale per il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti per contratto. C’è anche da dire che sono Comuni piccoli che non pagano e il mancato incasso di queste cifre non può essere assunto a giustificazione da parte della Tradeco per i mancati pagamenti. Si tratta di una cifra tra i 50 e 100 mila euro su un appalto da 9 milioni di euro“.

“NON POSSIAMO FARE TURISMO”

Una raccolta allo sbando. E il sindaco riflette:”Se vogliamo fare turismo, in una provincia, in un territorio che vuole vendere la sua immagine come luogo dove passare le vacanze, non possiamo permetterci di far vedere un territorio dove il servizio di igiene ambientale non funziona, perché chiaramente noi perdiamo dei punti nei confronti dei nostri competitori e non ce lo possiamo e non ce lo vogliamo permettere”.

LA LETTERA INVIATA ALLA TRADECO

Nicola Podestà, assessore all’Ambiente, riferisce di una lettera inviata alla Tradeco il 7 aprile scorso, visionata e approvata da tutti i sindaci del comprensorio. “Da molto tempo stiamo esercitando pressioni affinché questo appalto venga realizzato seguendo tutte le linee sottoscritte” puntualizza l’assessore.  

L’episodio che ha scatenato l’ira dell’amministrazione “è il mancato pagamento di quei ragazzi che hanno lavorato nei punti di distribuzione dei kit” ha aggiunto Pdestà. “Questa notizia mi ha colpito e mi ha dato molto fastidio, anche perché non più tardi di venerdì scorso, l’amministratore delegato e il direttore generale della Tradeco di fronte alla mia insistenza mi avevano garantito che avrebbero provveduto al pagamento entro 2-3 giorni al massimo. È passata una settimana e non è successo nulla”. E ancora:”mi sono visto tornare indietro i rifiuti vegetali da una certa discarica perché non era stato pagato il conferimento da parte della Tradeco. Sono episodi piccoli, ma che suonano come campanelli di allarme”. 

L’INCONTRO

A distanza di qualche giorno i vertici della Tradeco hanno incontrato l’amministrazione comunale di Imperia. I dirigenti della società, Giuseppe Calia, Pasquale Lomurno, Lucia Castoro e Pietro Lo Spalluto, che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nei 35 comuni del comprensorio, si sono detti soddisfatti dall’incontro. Ma in realtà non è così. “Purtroppo è un appalto molto complicato” hanno riferito gli uomini della famiglia Columella. 

Ritardi di pagamento ai dipendenti. Problemi sui tempi di organizzazione del ciclo di raccolta. Mancata comprensione con il Comune. Cassonetti e mezzi per operare comprati in fretta e furia. Fornitori non pagati.

Non sono punti, questi, che una grande azienda dovrebbe pianificare in maniera metodica? Come mai, se ci sono stati problemi solo sugli stipendi di marzo, i dipendenti hanno scioperato anche a gennaio?

ALLARME LANCIATO A NOVEMBRE 2013 DAL M5S

“Il Movimento 5 Stelle di Imperia lancia l’allarme sull’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti del capoluogo e dei 35 comuni del comprensorio, affidato dal 20 giugno scorso alla ‘Tra.De.Co.” scriveva Myriam Zanichelli sul blog di Grillo a novembre 2013. “Il Movimento ha realizzato una serie di controlli in tutta la città e nel comprensorio: è uno dei tanti, visto che ci battiamo per valori importanti e l’ambiente e, dopo il depuratore ed il piano delle antenne, abbiamo prodotto una serie di verifiche sul contratto con la Tra.De.Co., rilevando una serie di inadempienze dell’azienda”.

LE DENUNCE 

Giampiero Asselle, per contro del Movimento, ha fatto una lunga esposizione sui problemi riscontrati dai controlli svolti sul territorio: “Siamo di fronte ad un appalto settennale da 77 milioni, per un esborso di circa 6,5 milioni annui. “Il contratto è stato firmato il 28 febbraio e l’inizio previsto era fissato al 20 giugno, con il responsabile del procedimento l’Ing. Beppe Enrico, che ha nominato per la direzione del progetto una figura di alta professionalità (Luciano Fabbri, titolare di una azienda specializzata di Rimini), pagata 40mila euro per sei mesi. Nel capitolato è evidenziato che in tre mesi i servizi dovevano essere a regime, ovvero il 20 settembre, ma dopo due mesi non c’è ancora nulla di tutto ciò. Il sistema è basato sui centri di raccolta e sull’informatizzazione degli stessi per tracciare i rifiuti. Noi abbiamo fatto un giro nei centri di raccolta: a San Lorenzo al Mare, il centro operativo non è adeguato e dovrebbe essere ristrutturato. Abbiamo portato una bottiglia di olio esausto e ci hanno detto che loro non potevano smaltirla. Poi ci hanno detto che l’avrebbero portata all’Ecomobile ma, poco prima allo stesso Ecomobile ci hanno detto la stessa cosa. Quello di San Bartolomeo al Mare, invece, è un centro ordinato ma non è informatizzato e non raccolgono l’olio esausto. Passiamo al centro di via Artallo, per il quale il 23 settembre è stata approvata una variante. Ci chiediamo: se questo centro era previsto nel capitolato d’appalto dal 2011, perché nessuno ha fatto nulla in due anni? A Pieve di Teco ci sono due ubicazioni possibili, a valle ed a monte dell’abitato. Non sappiamo quale sia il prescelto ma entrambi sono chiusi e, all’interno si intravedono mezzi della raccolta”.

“Il fulcro dei centri di raccolta – prosegue Asselle – dovrebbe essere quello di Chiusanico, che dovrebbe raccogliere tutta la differenziata ed avviarla ai centri di recupero. Il centro era gestito fino al 19 giugno dalla Eco Imperia ed ora è invece gestito dalla ‘Green Coop‘. Ci domandiamo perché non sia stato consegnato alla Tra.De.Co.? Ne sono previsti altri 3 dal Capitolato ma noi non risulta nulla”.

Asselle aggiunge che di Cdr mobili a 32 matrici di rifiuti “ne sono previsti uno ad Imperia, ubicato per ciascun giorno in zone diverse. Sono entrati in servizio la settimana scorsa, decisamente dopo il 20 settembre. Il problema dei Cdr mobili è la mancanza di informatizzazione, quindi al momento non si sa dove vanno a finire i rifiuti. Tra.De.Co. doveva mettere a disposizione 490 punti di raccolta per le pile, 49 per le medicine, 50 per i vestiti usati, 10 da 250 litri per gli oli esausti da utenza domestica (il maggior inquinante del nostro mare). L’unico contenitore trovato è San Bartolomeo al Mare ma è della ‘Ponente Ecologia’. Tutti gli automezzi dovrebbero essere dotati di sistema per Gps con l’immediata tracciabilità on line e così non è. TraDeCo si è impegnata ad effettuare la raccolta differenziata domestica con 44mila kit che dovevano essere consegnati più i 4.500 kit per il compostaggio domestico… nulla di tutto ciò”.

Le Isole ecologiche stradali informatizzate ne sono poche: una per ogni 80 utenze sulla fascia costiera e 20 nella zona extraurbana. “Al momento non abbiamo tracciabilità dei rifiuti e non c’è distinzione tra chi vuole e non vuole differenziare. Queste isole non le abbiamo trovate. Informazioni alla popolazione e coinvolgimento delle scuole. Dovevano esserci diversi ‘Infopoint’ ma non ne abbiamo visti”.

Asselle chiede:”se tutti questi materiali non sono stati messi a disposizione, possiamo chiederci se la TraDeCo non ha fatto gli investimenti necessari all’appalto? E’ pensabile poter chiedere una riduzione del canone? È lecito applicare le penali previste e chiedere al responsabile unico di occuparsene? Capiamo che l’appalto sia importante e difficile da far partire, ma la figura scelta per il controllo (Luciano Fabbri, titolare di una azienda specializzata di Rimini) ha svolto il suo compito? Doveva realizzare anche un sito Internet che però è aperto solo a chi ha i codici”.

Chi ha dato l’appalto a Tradeco perché a questo punto non ha valutato l’ipotesi dell’annullamento del contratto? Come mai le stesse inadempienze sono state riscontrate anche a Montesilvano? E i sindacati attendono i prossimi mancati pagamenti per farsi sentire?

ZdO

 

 

 

 

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