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“Il 2015 sarà l’anno della riforma dell’informazione” aveva detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi ai dipendenti. Ora, nonostante i mal di pancia dei sindacati, il piano procede spedito verso un unico obiettivo: quello del risparmio per i contribuenti.

“Dopo 35 anni di immobilismo, di false partenze, di attese, dovremmo essere finalmente in grado di far decollare il progetto di riforma” specificava il dg di ‘mamma Rai’ nella tradizionale lettera natalizia inviata agli oltre tredicimila dipendenti. Gubitosi “oltre alla riforma delle news” annunciava contemporaneamente anche vere e proprie sfide come quella tecnologica con un maggiore “sviluppo della presenza sul web”. Un 2015, annunciava Gubitosi, in cuila digitalizzazione dei contenuti e del modus operandi deve continuare ed essere la base per i futuri successi della Rai.” Una scelta al passo con i tempi in quanto la centralità sarà sempre più dei contenuti e non delle reti e dei canali. Il mondo sarà sempre più orizzontale e la struttura verticale cui siamo abituati diventerà motivo di rallentamento e inefficacia. Dovremo imparare a dire nostro anziché mio e a lavorare con modelli organizzativi a rete e matriciali anziché rigidamente gerarchici e burocratici. Quando tutti lavoreranno insieme spingendo nella stessa direzione, i risultanti saranno portentosi”, assicurava. Una informazione, quella sognata dal dg, forse simile a quella raccontata in Good Night and Good Luck, il suo film preferito. Un piano, quello presentato nel 2014, che la “BBCha definito coerente con i modelli dei grandi broadcasters internazionali e la TV francese ha annunciato un piano molto simile al nostro. Non si deve fermare il progresso per paura del futuro o per difendere gli interessi di pochi.” Infatti proprio il 17 dicembre scorso, Mary Hockaday della televisione pubblica inglese, è stata ascoltata dai parlamentari della Vigilanza: ha spiegatoha precisato Gubitosiche l’unificazione dell’informazione ha procurato grandi vantaggi agli inglesi, in termini di risparmio e pluralismo” e “ha avviato questa riforma esattamente 20 anni fa”. 

E, a quanto pare, Gubitosi pare stia riuscendo nella sua impresa tant’è che in viale Mazzini e Saxa Rubra l’allarme è di massima allerta. Tanto per dare dei numeri gli 8 direttori delle altrettanti testate giornalistiche rischiano grosso: di loro probabilmente ne rimarranno solo due trasformati in due super direttori. Sforbiciata netta ai vice: da 32 passeranno a 12. Insomma meno giornalisti e meno ‘doppioni’. Il piano, dopo essere stato inviato alla Commissione di vigilanza, ora è tornato sul tavolo del dg che dovrà apportare le modifiche indicate dai membri ma che non scalfiranno l’assetto presentato da Gubitosi. I blocchi dell’informazione saranno due: da una parte Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, dall’altra Tg3, Tgr e Rainews24. Il riassetto organizzativo contemplerà una serie di pensionamenti tra funzioanri, amministrativi e, appunto, giornalisti per un totale di 300 dipendenti. Intanto Raisport rischia la chiusura per via degli ascolti bassi. 

ZdO

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