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Il presidente del Partito Animalista Europeo fermato e arrestato per uno striscione pro Stamina. “Questo non è più uno Stato di Diritto ma di Polizia” ha dichiarato Fuccelli.

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Sono stati gli attimi più concitati della giornata di protesta dei pro Stamina. Lunedì scorso Roma è stata tenuta sotto scacco da centinaia di malati, famiglie e simpatizzanti che credono nella libertà di cura e del metodo di Davide Vannoni. Dopo una pubblicità martellante su tutti i social network, i manifestanti si sono ritrovati al civico 117 di piazza Monte Citorio alle 10 in punto. La giornata è stata intensa ed è culminata con il gesto estremo dei fratelli Biviano che si sono dissanguati per contestare il Governo e, in particolare, Beatrice Lorenzin, Enrico Letta e Giorgio Napolitano, per la mancata applicazione del Protocollo del metodo Stamina.

Stamina: atto finale

Alla manifestazione hanno partecipato anche altri movimenti tra cui il PAE, Partito Animalista Europeo che, con il proprio presidente Stefano Fuccellli, hanno aperto uno striscione con scritto:”La sperimentazione animale uccide milioni di persone e conferma la connivenza tra la lobby del farmaco e la classe politica corrotta e senza scrupoli”. Fuccelli, che con gli altri attivisti aveva superato le transenne di Monte Citorio ma comunque restando nella parte bassa della piazza, è stato aggredito verbalmente da un funzionario della polizia che lo ha intimato più volte ad uscire fuori. “Mi è stato negato il diritto costituzionale di manifestare e di esprimere una mia opinione – racconta Fuccelli – questo non è più uno Stato di Diritto ma di Polizia” ha aggiunto. Al presidente del Partito è stato dato l’aut aut ad uscire perché, in caso contrario, sarebbe stato arrestato. “Il funzionario delle forze dell’ordine – prosegue Fuccelli – che ha disposto il fermo mi ha accusato di eversione contestando la mia presenza alla manifestazione e minacciando di arrestarmi qualora fossi rimasto. Dopo aver proceduto al sequestrato dello striscione sono stato prelevato con forza e condotto al Commissariato di P.S. Trevi quindi denunciato in stato di libertà ed accompagnato presso il locale Gabinetto di Polizia Scientifica per i rilievi foto dattiloscopici. Di fatto sono stato sequestrato per 3 ore impedendomi di partecipare alla protesta in modo del tutto arbitrario per questo ho conferito mandato al mio difensore Avv. Cugini di presentare denuncia querela per privazione della libertà personale in base all’art. 605 c.p. ovvero per arresto illegale, ove ne emergano gli estremi dalla relazione della Polizia, a carico del funzionario che ha dato ordine di procedere al mio prelevamento”. Un atteggiamento intransigente e provocatorio quello della polizia nei confronti di Fuccelli che, come risulta dalle nostre immagini, era in atteggiamento tutt’altro che provocatorio. Tra l’altro, i manifestanti erano stati autorizzati a raggiungere l’ingresso della Camera. Perché Fuccelli no? 

Questa mattina, Enrico Rizzi Coordinatore Nazionale del Partito Animalista Europeo, ci ha riferito che:”il funzionario di polizia in servizio in quel momento ha riconosciuto il nostro Presidente avendolo visto in altre manifestazioni animaliste e senza alcun motivo lo ha preso di mira”. Fuccelli a quel punto viene tirato, strattonato e sbattuto con le mani in alto contro un blindato della Polizia di Stato e successivamente arrestato per poi essere rilasciato la sera. “Fuccelli – continua Rizzi – stava liberamente manifestando il suo pensiero a favore del metodo stamina che non fa uso di animali, diritto sancito dalla nostra Costituzione”. Una dimostrante che teneva lo striscione ha raccontato:”ci hanno strappato di mano e sequestrato gli striscioni, spintonati i manifestanti davanti a Montecitorio, compresi i disabili nelle carrozzine e le mamme in lacrime!! Posso testimoniare che Il Presidente del P.A.E. Stefano Fuccelli e’ stato vergognosamente provocato ed il poliziotto che l’ha arrestato e tradotto al commissariato l’ha chiamato terrorista!!!”.

Noi che eravamo presenti durante l’arresto siamo stati allontanati per non si sa quale ragione. E se fossimo veramente in uno Stato di polizia?

Antonio Del Furbo


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