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Pur di guadagnare voti i politicanti sono capaci di passare su tutto, anche sui morti. Lo fece l’attuale presidente della Regione Abruzzo per la propria campagna elettorale e lo ha fatto Matteo Salvini per tirare la volata al candidato alla Regione Emilia-Romagna, Alan Fabbri. 

Mai lasciare nulla al caso insomma. Può sempre accadere, infatti, che l’anima del morto possa essere travolto dalla simpatia di questo o quel candidato e raggiungere, nelle notti insonni, i cuori degli indecisi e di tutti quelli che guardano alla politica come un poltronificio.

La speranza è sempre l’ultima a morire così da convincere anche Salvini a giocare la carta del morto famoso. Un’idea presa in prestito dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, che in occasione della cerimonia di consegna del premio alla Reverendissima Suor Laura Girotto, riuscì persino a far imbufalire uno dei fondatori del Premio Silone.

A distanza di sette mesi il padano doc, a tratti razzista, deposita sul monumento dell’emiliano-romagnolo Marco Pantani, un fiore per ricordarlo:”Qualunque sia il vostro giudizio, un grande Ciclista che ha regalato grandi Emozioni” scrive il segretario della Lega.

Salvini non poteva scegliere a simbolo un antifascista come Silone certo, ma non è detto che non lo faccia quando si tratterà di aprire la campagna elettorale anche in Abruzzo. Quel Silone che scrisse di oppressione e ingiustizia sociale della condizione di povertà. Quello di cui parla ogni giorno ì, no?

ZdO 

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