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Il musicista Enrico Melozzi, con un gruppo di artisti Teramani dell’associazione Teramo 3.0 e del teatro Valle di Roma, ha inscenato una protesta molto dura per contestare il sindaco Maurizio Brucchi.

Il musicista Enrico Melozzi, con un gruppo di artisti Teramani dell’associazione Teramo 3.0 e del teatro Valle di Roma, ha inscenato una protesta molto dura per contestare il sindaco Maurizio Brucchi.

I locali della ex Oviesse, dove si sono barricati i lavoratori, sono quasi completamente sfitti e ospitano, al piano terra, il cineteatro Comunale. “Teramo non ha bisogno di un altro teatro – ha dichiarato Melozzi – ma è sufficiente che gli oltre 2000mq del Teatro Comunale ora adibiti ad attività commerciale tornino a essere spazi funzionali per l’attività teatrale: sartorie, laboratori scenotecnici, magazzini, camerini, sale prova, sale studio, biblioteca e tutto ciò che occorre per strutturare una nuova e moderna realtà culturale”. Un teatro, quindi, di “produzione” e non di “riproduzione”. Servono secondo Melozzi “un laboratorio, un’officina, un luogo di sperimentazione e creazione. Un teatro che valorizzi le realtà artistiche presenti nel territorio e che dia vita a una formazione qualificata e costante nel tempo per professionisti dello spettacolo, liberi cittadini e scuole. Un teatro sempre aperto che sia luogo d’incontro e di scambio”.

Sul posto sono intervenuti molti cittadini teramani:”“Ciò che succede a Teramo sono azioni di stampo mafioso” ha aggiunto Melozzi. “La mafia ha la giacca, la cravatta e la ventiquattr’ore, ti sorride e ti prende in giro” ha concluso l’artista.

ZdO

 

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