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“Il Comune spende 1000 euro al mese per il monitoraggio dei rifiuti tossici”. Un cittadino smentisce: “ho visto i tecnici sul posto due o tre volte”

Basta poco per capire la realtà dei fatti. Basta poco, a volte, per toccare con mano quello che viene definito, troppo spesso, solo a parole.

Basta entrare nel capanno della vergogna, a Tollo, dove da anni giacciono più di 300 sacconi ricolmi di rifiuti tossici (piombo, arsenico, alluminio, cromo) che spettano di essere conferiti in discarica. La Regione Abruzzo nicchia sull’argomento e fa spallucce, sottovalutando la sicurezza dei cittadini. Il Comune lancia appelli e questa storia fatta di vergogna, ed  abbandono si consuma sotto gli occhi dei cittadini e dell’Abruzzo intero.

Giorni fa abbiamo documentato le condizioni del capanno in contrada Venna: le nostre telecamere, si sono introdotte, tra sterpaglie e rovi, sul posto immortalando i sacconi sventrati, la presenza di eternit e dei pericolosissimi fanghi di conceria.

Abbiamo raccolto la testimonianza di chi vive a ridosso dell’ex discarica e quella del sindaco di Tollo, Angelo Radica che ci ha detto che “la situazione è sotto controllo; che vengono eseguiti controlli e monitoraggi quotidiani; che non c’è nulla da temere”.

Invece qualcosa da temere c’è: perché la realtà che si presenta ai nostri occhi, una volta entrati nell’ex discarica, è ben diversa da quella dipinta dal sindaco.

Benvenuti a Tollo, città del vino e della discarica della vergogna!

 

“MONITORARGGIO QUOTIDIANO, SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO”

E’ il giorno del mercato in piazza, a Tollo. Una carrellata di bancarelle si alternano lungo il corso principale; i venditori ambulanti si sbracciano per calamitare l’attenzione dei passanti disattenti. 

Il sindaco di Tollo, Angelo Radica ci aspetta, nella casa comunale, per parlarci dei rifiuti tossici.

Ed il tema “discarica”comincia a stridere fortemente con il clima di festa che si respira in città: ci sembra di toccare la vita e la morte in un attimo solo.

Sindaco, data la presenza dei rifiuti tossici in contrada Venna, si sente di escludere un pericolo per la sicurezza pubblica?

No, non  mi sento di escludere un pericolo per la sicurezza pubblica perchè i rifiuti sono stipati in un capanno dove l’ amianto si è rotto, come segnalato dalla Asl. La situazione è sotto controllo ma rimane pericolosa. Oggi non possiamo intervenire, possiamo solo monitorare. Qualche saccone si è rotto, alcuni valori sono stati superati. L’ultimo esame tecnico ci ha detto che il manganese ed il cromo (che  finora non sono stati tenuti sotto controllo), hanno superato i valori.

Parla con cordialità e tranquillità il sindaco di Tollo. Espressione leggermente corrugata dal sole, sguardo fisso alla nostra telecamera che riprende ogni sua minima smorfia.

“Quel sito è quotidianamente monitorato”, dice, “perchè il Comune paga un laboratorio analisi che tiene sotto controllo l’area. Le analisi vengono poi analizzate periodicamente da un tavolo tecnico cui partecipano l’ Arta, la Regione, la Provincia ed il Comune”. 

E quanto spende il Comune per questo monitoraggio quotidiano?

Mille euro al mese.

 

IL COMUNE SPENDE 1000 EURO AL MESE MA I CONTROLLI SONO RARI”

Il nostro amico Francesco (il cittadino di Tollo che ci ha accompagnato nella visita guidata al capanno della vergogna e la cui casa si affaccia sull’area incriminata) ci racconta che “è impossibile che i controlli vengano fatti periodicamente (e di sicuro non ogni giorno, come sostenuto dal sindaco ndr).

“Premesso che il sindaco sta facendo più del normale per risolvere questa situazione”, dice Francesco, “se il Comune spende mille euro al mese per il monitoraggio o ha delle tecnologie veramente costose o,  lo hanno impapocchiato perchè io, personalmente, abitando sull’ex discarica, nel 2013 ho visto una massimo due volte gli addetti alla manutenzione che, tra l’altro, effettuavano controlli nell’area in cui si trovano i rifiuti interrati e non nel capanno”.

Come si fa a non credere a Francesco visti i sacconi che giacciono nel capanno in pessime condizioni e considerato che, per accedervi, abbiamo dovuto schivare erba, sterpaglie ed ogni sorta di ostacolo naturale?

“Sopra ai sacconi”, continua Francesco, “c’è un telo messo anni ed anni fa ed è anche spaccato. Me li prenderei  io 1000 euro al mese per fare quello che fanno loro”.

E sulla pericolosità dell’area Francesco ha qualcosa da dire.

“Abitando vicino all’ex discarica, mi attivai immediatamente per avere un’idea sull’effettiva pericolosità della situazione. La polizia ecologica provinciale mi disse che il materiale presente in discarica era pericoloso ma non tossico o nocivo. Su questa vicenda ho sentito un vero e proprio terrorismo psicologico”.

Quanto alla probabile correlazione tra la presenza di rifiuti tossici e lo sviluppo di tumori ed altre malattie nella zona, Francesco dice: “in questa contrada so di una  bimba che è morta prima di nascere, di un’altra nata con i piedi storti. Di una vecchietta malata. Ma non c’è alcuna prova che metta in relazione le due cose. E poi, io ho tre figli sani: il primo era nato proprio quando è scoppiato il caso discarica”.

 

“NEL 2014 CONTIAMO DI COMINCIARE”

“Per il 2014 pensiamo di chiudere la prima fase dell’operazione di conferimento in discarica dei rifiuti”. Lo dice il sindaco di Tollo, con qualche riserva perchè le variabili in gioco sono tante.

Affinché l’operazione di smaltimento abbia inizio è necessario che la Regione si attivi  sbloccando i fondi necessari e che il Comune faccia la sua parte.

Il problema è che le casse del Comune di Tollo non godono di ottima salute e l’Ente non ha, quindi, la possibilità di cofinanziare l’operazione.

“Oggi il Comune non ha possibilità di accendere mutui”, ha ricordato Radica, “non ci possiamo indebitare. Le risorse correnti sono insufficienti: per questo abbiamo bisogno della Regione. Noi, come Comune, incassiamo 100.000 euro dai fondi per l’edilizia con cui realizziamo opere strutturali. Siamo disposti ad impiegare parte di quei soldi per cofinanziare l’operazione, senza mettere mano alle tasche dei cittadini”.

Ma il Comune ha già fatto qualcosa, secondo il ragionamento del sindaco: ha cioè presentato alla Regione un progetto- preventivo sulla spesa da sostenere per risolvere il caso. Il progetto, realizzato da tecnici esterni al Comune e costato 4000 euro, ha stimato l’importo totale dell’operazione intorno ai 510.000 euro.

IL MISTERO DEI SOLDI PROMESSI DALLA REGIONE E SPARITI 

Attorno all’intera vicenda si avvita un grande mistero: che fine hanno fatto le promesse dell’assessore all’Ambiente, Mauro Di Dalmazio che nel marzo 2012 annunciava lo stanziamento di una parte di fondi (circa 300.000) per la questione Tollo?

Ma soprattutto che fine hanno fatto quei  milioni di euro per ogni Provincia (per risolvere le questioni ambientali) e quei 300.000 euro (per Tollo) che l’assessore si era impegnato a stanziare?

“Ad oggi questi soldi non so se ci sono”, dice il sindaco Radica,“ erano soldi del programma triennale per le bonifiche e non so se sono stati programmati. Bisogna capire queste risorse dove sono. Dalla Regione ci dicono: stiamo vedendo, stiamo vedendo. Questi soldi ci sono ma non si sa dove stanno, non si conosce la destinazione”.

Troppe domande, pochissime risposte e tanta voglia, da parte nostra, di mantenere accesi i riflettori sul caso Tollo, di documentare e continuare a parlarne.

Città del vino, noi non ti molliamo!

 

Marirosa Barbieri

 

 

 

 


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