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La pagina non lascia spazio a dubbi:”Contrari all’incontro con Vannoni al Liceo R. Mattioli di Vasto”. Il Manifesto politico del gruppo è racchiuso tutto in una lettera indirizzata alla Professoressa Marcucci, preside del Liceo.

La pagina non lascia spazio a dubbi:”Contrari all’incontro con Vannoni al Liceo R. Mattioli di Vasto”. Il Manifesto politico del gruppo è racchiuso tutto in una lettera indirizzata alla Professoressa Marcucci, preside del Liceo. Con “perplessità e sconforto” i curatori della pagina dicono di aver appreso la notizia dell’invito che alcuni studenti hanno fatto al professor Vannoni. I “figli” di questo istituto si dicono contrari perché la scuola:”reca in maiuscolo la parola scientifico nel suo nome – e che accoglie nonostante questo –  la difesa, probabilmente senza contraddittorio, di un personaggio che molti fatti porterebbero a bollare come promotore di una campagna mediatica volta a speculare sulle altrui sofferenze, per profitto o per notorietà”. Ifirmatari si dicono convinti che:”La realtà è che l’intero mondo scientifico autorevole ha attestato, ancor prima che le pratiche per la sperimentazione fossero avviate (tali erano le mancanze!), che il metodo Stamina non avesse in alcun modo le credenziali per rappresentare una valida via di cura per pazienti affetti da malattie così serie”. Quindi si cita la rivista internazionale “Nature” con il parere di studiosi e premi Nobel. Anche il ruolo delle Iene è messo in dubbio:”una trasmissione televisiva i cui servizi sono confezionati ad arte per presentare ciò che nelle carte è discusso in maniera ben diversa”. Quindi una riflessione:”Non si capisce allora come l’opinione pubblica possa decidere di affidarsi al racconto di parte di una trasmissione televisiva piuttosto che all’esame attento e documentato di una commissione composta da esperti del settore, persone che hanno studiato per una vita la biologia e la medicina, e alle quali dovremmo affidare la responsabilità di dirci se una terapia sia valida o meno. L’intera comunità scientifica autorevole ha affermato che trattasi di una terapia scientificamente infondata, con aspetti che la fanno somigliare a una truffa, ed è allora francamente vergognoso dare la possibilità al Dott. Vannoni (peraltro laureato in Lettere), di continuare a ingannare le persone con false speranze”. Per i promotori della pagina Vannoni sarebbe, quindi, una persona in cerca di notorietà, che sottrae soldi pubblici alla ricerca. 

Un altro elemento su cui si basa la protesta è quella del mancato contraddittorio. Forse qualcuno avrà immaginato tutta questa storia come una fiction o un dibattito televisivo di politica in cui fantocci di ogni estrazione si azzuffano in applicazione di una cosìddetta libertà di opinione. Io non voglio una realtà uguale alla tv. Io, come singolo cittadino, voglio poter ascoltare chiunque abbia qualcosa da dirmi e poi formarmi una mia opinione. Giuseppe De Vito aggiunge nello stato della pagina:”Per rispondere a chi accusa di promuovere la censura: tale accusa si basa su l’assunto che tutte le opinioni debbano essere ascoltare, in quanto tutte valide. Ebbene, per chi non lo sappia, la scienza non è democratica e neanche il metodo scientifico è democratico. Nella scienza esistono opinioni che sono valide, e quindi degne di essere ascoltate, e opinioni che non sono valide, e quindi non degne di essere ascoltate. Sarei lieto di ascoltare quanto il Prof. Vannoni ha da dire in ambiti letterali (campo di studi nel quale si è laureato e che insegna) ma non lo voglio sentire discutere (e non gli riconosco il diritto di esprimersi in merito) di biologia delle cellule staminali, materia nella quale non ha mai pubblicato in vita sua un articolo scientifico e, cosa più grave, materia riguardo la quale le sue teorie sono state ampiamente smentite dalla comunità scientifica e tecnica internazionale e italiana in modo unanime”. 

Ci dispiace per De Vito ma al mondo ci sono persone che non vogliono né ascoltare la sua morale né Vannoni parlare di argomenti letterali. Se lui non riconosce Vannoni come ricercatore credo allo stesso modo non può pretendere di essere riconosciuto lui stesso come depositario della verità assoluta. 


Antonio Del Furbo

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