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Dopo l’accordo tra governo e Regioni, ora è il momento di mettere mano al ricalcolo retroattivo su base contributiva di tutti i vitalizi degli ex consiglieri regionali. E saranno dolori.



Anzi: già sono dolori. Infatti, c’è stata una vera e propria valanga di ricorsi. E non è escluso che la sforbiciata per gli assegni degli ex eletti o della reversibilità di cui godono i loro vedovi, non conduca allo stesso esito che hanno avuto i tagli per gli ex parlamentari operativi da gennaio.

“I ricorsi sono doverosi, è una questione di principio”, dice Maurizio Paniz (ex parlamentare di Forza Italia), l’avvocato che ha curato un migliaio di ricorsi per gli ex parlamentari. E che ha collezionato già 500 mandati di ex consiglieri regionali. “Può anche darsi che lo Stato e le Regioni raggiungano un accordo: bisognerà vedere che tipo di impatto avrà questa misura, prosaicamente, sui singoli portafogli. Ma che si tratti di poche centinaia di euro che di migliaia, un principio vale sempre e per tutti: i diritti acquisiti non possono essere violati. Non si può calpestare il legittimo affidamento, se non a pena di produrre sfaceli, come sanno bene le vittime della legge Fornero”, dice al Fatto l’avvocato Paniz.

Insomma, per l’ex parlamentare è un caso uguale a quello degli esodati: “Si tratta sempre di provvedimenti che intervengono in maniera retroattiva e che in quanto tali sono censurabili” spiega a proposito del ricalcolo degli assegni già applicato dalle amministrazioni di Camera e Senato per gli ex parlamentari.

Entro l’anno si attendono le decisioni per i quasi mille ricorsi di ex parlamentari di tutti i colori politici che hanno già dovuto ingoiare il rospo del ricalcolo. “Nel frattempo ricorda l’avvocato la Camera ha accolto 11 richieste di sospensiva e il Senato sta cominciando a fare lo stesso, per i casi limite: si tratta in alcuni casi di vedove per le quali l’assegno era l’unica fonte di reddito. O per chi con quei soldi paga i soggiorni nelle case di riposo: passare dalla sera alla mattina da 2.500 euro al mese a 1.100 produce conseguenze, anche se capisco bene la condizione dei pensionati che vivono con la minima”.

E ora che le Regioni entro maggio attueranno il vincolo imposto dall’ultima legge di Bilancio, cosa accadrà?

Quello che già sta accadendo: in 500 si sono rivolti a Paniz tra Veneto, Friuli, Emilia-Romagna, Piemonte, Basilicata per contestare in tribunale i ripetuti contributi di solidarietà che negli anni hanno limato gli assegni vitalizi in base a singole disposizioni regionali. E poi c’è la Corte Costituzionale che il 19 marzo che ha imposto non solo un tetto al cumulo dei trattamenti percepiti dagli ex consiglieri che avessero all’attivo anche vitalizi per altre cariche, ma anche la riduzione dell’assegno con obbligo a restituire quanto indebitamente percepito nel frattempo.

Di admin

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