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L’azienda delle telecomunicazioni, presente in quasi 30 paesi del mondo, in queste ore sta provvedendo ad informare clienti e non della grave limitazione a cui è sottoposta per volontà di alcuni Stati tra cui l’Italia.

In ballo ci sono le libertà individuali e il concetto stesso di democrazia che, a quanto pare, ai media non interessa. Nel report diffuso da Vodafone si legge che:”In un limitato numero di paesi la legge prevede che alcune specifiche agenzie e autorità debbano avere accesso diretto alla rete di un operatore, bypassando qualsiasi forma di controllo operativo sulle intercettazioni legali da parte dell’operatore stesso”.

Poche righe ma che riassumo molto bene quel concetto di libertà e democrazia che hanno a mente certi Stati di cui però l’azienda di telecomunicazione non cita. Per Vodafone tutto ciò è illegale e ha chiesto il cambio della legislazione in quei paesi dove ciò avviene.

 

CONNESSIONI DIRETTE CON VODAFONE

Alcuni governi, come riferisce Vodafone nel report, sono direttamente collegati, tramite agenzie, alla propria rete per ascoltare o registrare conversazioni e, in alcuni casi, per sapere la posizione esatta di un determinato cliente. La cosa inquietante è che a carpire questa mole di informazioni sono quasi esclusivamente società o ditte private autorizzate dai governi.

 

L’Italia, guarda caso, è il paese con più richieste di intercettazioni: 605.601. E, probabilmente, questa infinità do conversazioni sono quelle che, una volta setacciate, finiscono nei grandi quotidiani nazionali. Vuoi vedere che certa stampa resta muta sull’argomento per un non dichiarato ma evidente conflitto d’interessi con le procure? Chissà.

IL “LAW ENFORCEMENT”

“I nostri clienti – scrive ancora Vodafone – hanno diritto alla privacy sancito dalla legge e gli standard internazionali sui diritti umani e realizzato attraverso le leggi nazionali. Rispettare questo diritto è una delle nostre maggiori priorità: è parte integrante del Codice Vodafone di condotta che tutti coloro che lavorano per noi deve seguire in ogni momento”. E aggiunge:”Tuttavia, in ogni paese in cui operiamo, dobbiamo rispettare le leggi dei paesi che ci impongono di divulgare informazioni sui nostri clienti alle forze dell’ordine o di altre autorità governative, o per bloccare o limitare l’accesso a determinati servizi”. Se l’azienda dovesse rifiutare la collaborazione “i governi possono rimuovere la licenza di operare, che ci impedisce di fornire servizi ai nostri clienti. I nostri dipendenti che vivono e lavorano nel paese in questione possono essere anche a rischio di sanzioni penali, compresa la reclusione“.

EDWARD SNOWDEN: RICERCATO DA MEZZO MONDO 

Della trappola del ‘Grande Fratello’ se n’è accorto da tempo Edward Snowden, l’uomo più ricercato di tutti i tempi.

Edward Snowden

La sorveglianza di massa di intere nazioni e di cittadini che non sono sospettati di alcun crimine o illegalità è una chiara violazione dei diritti umani e non dovrebbe essere stata mai autorizzata”. La pensa così il giovane che ha fatto conoscere al mondo intero la ragnatela dello spionaggio mondiale in grado di entrare ogni giorno nella vita di ognuno.

La National Security Agency degli Stati uniti d’America da anni spia l’intero pianeta. Sa tutto di tutti. E il motivo con cui si autorizzano da soli questo spionaggio informatico è sempre lo stesso: “sicurezza nazionale”.

Sede della National Security Agency

Gli spioni della Nsa sanno tutto anche di chi conduce una rispettabilissima vita. Mail, fax, sms, telefonate, video postati su Youtube e chi più ne ha più ne metta finiscono tutti nel Grande Fratello americano. Questa gente sa cosa pensiamo, facciamo, quante volte facciamo l’amore, cosa mangiamo e cosa beviamo. 

Snowden, che ha lavorato nel cuore dell’Nsa, consegnò a giugno 2013 dei documenti documenti scottanti a due giornalisti del ‘Guardian’. A quel punto, il giovane trentenne americano, firmò la sua condanna a morte.

Il governo americano gli si è scatenato contro ma Snowden è riuscito a salvarsi solo grazie a Julian Assange, l’ideatore di Wikileaks, che lo fece prelevare a Hong Kong dalla sua giornalista, Sarah Harrison, per portarlo a Mosca dopo che la Russia aveva accordato la richiesta di rifugio.

“La soluzione è la crittografia per risolvere questo spaventoso controllo dei governi sui cittadini” dice Snowden. 

Peccato che la Nsa già in passato abbia fatto pressioni su aziende come l’Ibm per rendere accessibili gli algoritmi crittografati.

Antonio del Furbo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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