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Gli eletti, a volte dal popolo ed altre volte dalle segreterie di partito, ogni giorno, o meglio, ogni ora che passa ci stupiscono con effetti speciali. Non c’è attimo spazio-temporale che non se ne inventino una per rivomitare addosso al cittadino-cliente quel poco di fiducia vendutagli a caro prezzo.

Le comiche da Stanlio e Ollio le ha iniziate l’allievo ripetente dell’attuale presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, tale Marco Alessandrini sindaco di Pescara. Il neo eletto alla guida della città adriatica appena seduto sui comodi scranni di Palazzo di Città, si inventò una gara ad evidenza pubblica al fine di acquisire curricula professionali per “conferimento di incarichi addetto staff sindaco”. Il fortunato avrebbe avuto un contratto di lavoro a tempo determinato coincidente con la scadenza del mandato elettorale del primo cittadino.

All’appello risposero in 500 ma, dopo le scremature, il sindaco scelse nomi vicini al suo entourage. Amici degli amici. E tra gli amici anche una modella di 23enne con il compito di supportare le “politiche di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei procedimenti e delle procedure amministrative”.

Ben 15 persone che, oltre agli stipendi, percepiscono, attualmente, indennità mensili di 7mila euro. Una delibera approvata il 12 agosto scorso mentre i cittadini erano in ferie. “In quanto sindaco la legge mi da’ la facoltà di scegliere le persone che mi affiancheranno durante i cinque anni di mandato – dichiarò Alessandrini all’indomani delle polemiche suscitate sulle assunzioni – , la ragione è la necessità di un rapporto fiduciario con la squadra che condivide con il sindaco routine e destino. Per questa ragione sono state coinvolte persone di cui ho la massima considerazione e fiducia”.

 

E perché illudere centinaia di disoccupati con un bando farsa?

 

E nell’Abruzzo forte e gentile (e un po’ cafone) dopo questo scempio qualcuno ha preso provvedimenti? Manco per niente. Anzi, il centro destra, ferito nell’orgoglio, passa immediatamente al contrattacco e, il ‘nuovo triste’ (dopo il senatore Legnini) Francesco Maragno, sindaco di Montesilvano, copia pari pari le mosse del collega della città delle ‘cozze&vongole’. 

Stesso copione quindi: un bando, centinaia di domande, 4 nominati vicini al sindaco. Tant’è che il predecessore di Maragno, Attilio Di Mattia, a Luglio, in una busta chiusa, scrisse i nomi dei ‘nominati’. E ci azzeccò. “La selezione dello staff – ha tuonato Maragno – è ad assoluta discrezione del sindaco stesso”.

 

E perché illudere centinaia di disoccupati con un bando farsa?

 

Altra città, stessa storia. O quasi. A Pineto il sindaco Robert Verrocchio braccato sul tempo dai due colleghi personalizza la genialata e raddoppia: non con uno ma con due concorsi. A luglio s’inventa un concorso per ‘Messo comunale’ e ad agosto ‘molla’ un altro concorso per “Istruttore – categoria C – con contratto di lavoro a tempo determinato, part-time a 27 ore settimanali, addetto all’Ufficio di Staff del Sindaco”.

Al sindaco, almeno per il momento, le cose però non stanno andando bene. Per il Messo comunale il Tar ha bloccato il concorso e per ‘l’istruttore’ Verrocchio deve sentirsi il fiato sul collo dei 5 Stelle che gli contestano il paragrafo 4 del regolamento del bando l'”intuitu personae”, ovvero il diritto di scegliersi chi vuole per tale mansione.

 

E perché illudere centinaia di disoccupati con un bando farsa?

 

E, giusto per finire in allegria, pare che il Comune di Lanciano (Ch) stia per presentare un avviso pubblico per addetto stampa.

Anche in questo caso,  raccomandiamo di mandare curriculum. Il lavoro c’è sempre per i figli degli amici.

 

Antonio Del Furbo

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