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Nonostante quasi tutti i media mi invitassero a puntare l’attenzione sui finti scandali e sugli scontrini del bar… il mio occhio da intellettuale non si è mai staccato da quello che reputo il vero problema, il male dei mali, che si sta compiendo in questi mesi, silenziosamente e coattamente, nel centro sinistra; qualcosa che, se dovesse andare in porto, i cittadini abruzzesi pagherebbero ad un prezzo altissimo.

 

Nonostante quasi tutti i media mi invitassero a puntare l’attenzione sui finti scandali e sugli scontrini del bar… il mio occhio da intellettuale non si è mai staccato da quello che reputo il vero problema, il male dei mali, che si sta compiendo in questi mesi, silenziosamente e coattamente, nel centro sinistra; qualcosa che, se dovesse andare in porto, i cittadini abruzzesi pagherebbero ad un prezzo altissimo.

Cercherò di essere il più chiaro possibile con il lettore.

In questo momento, da qualunque livello (comunale, regionale…) si osservi il centro sinistra, si nota una fortissima spaccatura interna.

Da un lato, i forti interessi sulle cooperative rosse, sostenuti dal vecchio apparato che, anche sotto il panorama nazionale, è ancora retto da quei “ragazzi di un tempo”; quelli sottratti dal PCI a chissà quale sfolgorante carriera universitaria, assunti come funzionari di partito sotto la pioggia dei finanziamenti dell’URSS e poi, con il crollo dell’Unione Sovietica, parcheggiati perennemente in tutte le cariche istituzionali, con la finalità di far stipendiare allo Stato coloro che il PCI, il PDS, i DS e il PD non avrebbero più potuto stipendiare.

Dall’altro lato la nuova classe dirigente, quelli impropriamente definiti “renziani” che, penetrati nell’apparato con il ricatto di scoperchiare la pentola ancora nascosta delle Coop rosse, altro non sono che una riproposizione moderna del “siluro” democristiano; ricordo ai lettori che l’ultimo “siluro” marca DC, era miseramente fallito quando i democristiani innescarono “mani pulite”, per sbarazzarsi del potere socialista, e rimasero schiacciati (in fin di vita ma a quanto pare ancora vivi) sotto le stesse macerie che avevano provocato.

Da questo scontro in atto nel centro sinistra, in questo momento, emerge la scarsa credibilità di fronte all’elettorato di qualsiasi candidato, sia della vecchia che della nuova guardia.

Il più terribile dei mali saranno le due modalità che utilizzerà il PD per sostenere, nonostante la frattura interna, gli imminenti impegni elettorali locali.

La prima modalità sarà quella di stringere accordi forti con SEL (fingeranno di litigare e faranno pace alla fine), in modo che i voti dei molti scontenti del PD, che usciranno dalla porta verso SEL, rientreranno dalla finestra nel PD (SEL verrà utilizzata come un secchio da sistemare sotto la pentola bucata del PD).

La seconda strada, quella terribile e disastrosa che sta percorrendo in pieno il PD abruzzese, sarà quella di donare il marchio PD, dopo le dovute raccomandazioni di “fare il bravo”, ad un candidato politicamente autarchico, magicamente ripulito da tutti i processi, dotato di un’autonomia elettorale, che da più di un anno porta avanti una campagna propagandistica indipendente.

Questo è il vero scandalo che sta dietro le spalle dei cittadini abruzzesi, mascherato (casualmente?) dai finti scandali di Rimborsopoli.

Marco Minnucci 

                                                                                                                 

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