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L’uomo che è stato tra i più potenti d’Abruzzo grazie al ruolo ricoperto all’interno di una multinazionale è stato affossato dalla stessa azienda che per 30 anni lo ha tenuto dentro e lo ha cresciuto. Honda Italia ha infatti intentato una causa nei confronti del suo ex vice presidente, Silvio Di Lorenzo, chiedendogli un “risarcimento danni per delle forniture commissionate durante il periodo in cui era amministratore”.

L’azienda nella nota aggiunge che tale comportamento è stato “fonte di consistenti danni”.

L’aspetto curioso della vicenda è che a comunicare la volontà di Honda di procedere nei confronti dell’ex amministratore è stato il segretario della Uilm Chieti Pescara, Nicola Manzi, dopo l’incontro sindacale che si è tenuto questa mattina nello stabilimento in Val di Sangro.

“Alle indiscrezioni circa vicende giudiziarie che riguarderebbero il loro ex amministratore, la direzione aziendale Honda si è così espressa: possiamo solo dire che la notizia in vostro possesso circa una causa nei confronti di Silvio Di Lorenzo è vera – scrive nel comunicato il segretario provinciale della Uilm Chieti Pescara riportando le dichiarazioni dei dirigenti Honda – l’azione è nei suoi confronti, per il periodo in cui era amministratore in Honda, e di altri soggetti, per forniture da lui commissionate, che si ritengono essere state per Honda fonte di consistenti danni”.

Eppure Di Lorenzo è stato vice presidente esecutivo della Honda Italia, l’unico stabilimento europeo della casa motoristica nipponica, dal 2000 al dicembre 2012, quando ha lasciato l’azienda per andare in pensione. Non solo. L’ex amministratore ha scalato in 30 anni le vette più importanti della società nipponica: Acquisti, Consigliere d’Amministrazione e Direttore del Personale.

Honda, sempre nella giornata di oggi, ha annunciato, sempre a Manzi, di essere uscita da Confindustria perché non si riconosce nelle recenti politiche dell’associazione degli industriali”.  Quindi l’appello della Uilm:”Alla proprietà della Honda Italia chiediamo di continuare a dare fiducia a tutti i dipendenti dello stabilimento di Atessa e del territorio, ci auguriamo che abbia adottato azioni concrete anche a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie”. 

 

EPPURE ERA SERENO…

Appariva sereno Silvio Di Lorenzo ai nostri microfoni all’indomani dell’abbandono della sua azienda:”Lascio l’azienda perché a 64 anni mi sembra giusto farlo. Anzi, sono rimasto due anni in più del previsto. Ora faccio il nonno” diceva.

Un’azienda come la Honda si accorge solo ora dei danni di un ex amministratore? Che significato ha l’uscita contestuale da Confindustria? E perché Manzi rivolge un appello alla proprietà a dare fiducia ai dipendenti?

ZdO

 

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