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Devono intervenire subito Corte dei Conti e Magistratura ordinaria secondo i rappresentanti del WWF e dell’ Abruzzo Social Forum Acqua per:«verificare i danni per la collettività e accertare le responsabilità sulla malagestione dell’acqua in Abruzzo».

Questi i commenti delle associazioni dopo i dati diffusi ieri dal Commissario Straordinario Pierluigi Caputi sullo stato del servizio idrico integrato. Le organizzazioni hanno firmato un esposto inviato alla Corte dei Conti e alla procure abruzzesi competenti. «L’indignazione che deve giustamente provocare la lettura del dossier del Commissario sulla gestione attuale non deve risolversi in un mero scontro di potere». Insomma WWF e ASF sono convinti che non devono essere i cittadini a pagare la riorganizzazione del servizio idrico che clientelismo e lotte politiche hanno spolpato dall’interno e di cui non se ne fede la fine. Ancora. Secondo le due associazioni «il Commissario Caputi in 5 anni non ha promosso ma, anzi, ha ostacolato ogni forma di partecipazione dei cittadini, che hanno dovuto, tra l’altro, promuovere ben due ricorsi al TAR su altrettanti piani d’ambito elaborati dal Commissario senza alcuna forma di partecipazione, né formale, attraverso la Valutazione Ambientale Strategica, né sostanziale, attraverso la promozione di incontri pubblici. Inoltre il principale strumento di programmazione e pianificazione del settore, il Piano di Tutela delle Acque, avviato nel 2001 dall’assessorato diretto da Caputi, per quasi un decennio e’ stato tenuto nel cassetto con la partecipazione ridotta a pochi incontri realizzati alla fine del processo di adozione e a scelte già fatte, peraltro fortemente criticabili e dilatorie rispetto agli obblighi comunitari in materia di gestione e qualità delle acque».

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